Non è bello parlare degli assenti prima di chi sarà presente sabato a Cardiff, ma è che l'assente è - mannaggia - proprio Ange Capuozzo. Due anni fa, sempre in quella pentola a pressione da 74.999 posti del Principality Stadium, un suo guizzo subito leggendario coronò una partita memorabile degli azzurri permettendo a Padovani di segnare la meta della vittoria che mancava all'Italia da 36 partite, da 7 anni. Una meta che vale un corposo capitolo nella storia del rugby italiano e del Sei Nazioni.
Invece il mercuriale estremo sabato scorso si è fratturato il dito medio della mano sinistra durante il trionfo sulla Scozia all'Olimpico e non potrà scendere in campo. Durante la settimana, ha raccontato il ct Quesada, il giocatore del Tolosa ha tentato di allenarsi con la mano fasciata, ma non c'è stato nulla da fare: domani verrà operato in Francia. Addio al quinto e ultimo turno del Sei Nazioni.
Particolare non da poco: Capuozzo si è fratturato quel dito all'11' minuto di Italia-Scozia all'Olimpico nel tentativo di impedire a Steyn di fare meta.
Il ct Quesada, che opportunamente ha descritto questo match come il più duro della sua pur breve gestione (l'argentino è alla quinta partita), ha poi richiamato fra i titolari Lorenzo Cannone in terza linea con il capitano Lamaro e Negri, e il mediano di mischia Varney che in Galles è nato e cresciuto grazie alla decisione del nonno romagnolo paterno di restare in Galles (da prigioniero di guerra ad illuminato agricoltore) al termine del secondo conflitto mondiale.
Sempre Quesada ha ricordato che si va a giocare contro la nazionale di un paese in cui la cultura del rugby è dominante: i gallesi sono i neozelandesi d'Europa e semmai in Galles, diceva il reverendo Syd Going, asso degli All Blacks, si possono segnare più punti dei padroni di casa, ma non batterli. Del resto qui al Millennium e poi Principality Stadium, il primo dei grandi templi del rugby con il tetto mobile, dal 2000 in poi abbiamo pareggiato una volta, vinto una volta (nel 2022) e perso 10 volte. Il pronostico, anche se non così pesantemente come al solito, ci vede insomma sfavoriti com'è giusto che sia anche se finora lo squadra di Warren Gatland ha perso 4 match su 4 raccattando solo punti di bonus.
Il punteggio australe: bonus a nulla
E' proprio grazie a questo abominio del punteggio australe che là sarebbe dovuto restare (4 punti per la vittoria, 2 per il pareggio, un punto di bonus se si segnano almeno 4 mete, un punto se si perde con 7 o meno punti di differenza) che sabato sono possibili un fantastiliardo di possibilità di cui non sentiva assolutamente il bisogno nel 2017 quando questo modo di arzigolato di rubricare i match è stato introdotto "per rendere più spettacolare il Torneo". Ma se il Sei Nazioni era già il massimo, perché stravolgerne il senso. Idem nel 1993 quando, 110 anni dopo la prima edizione, venne introdotta dallo sponsor la differenza punti per individuare un unico vincitore da premiare con una coppa da cui sventolavano bandane appunto con il nome dello sponsor.
Il 4/5/6 Nazioni per 110 anni è stato magnifico anche nella sua unicità di posizioni ex aequo perché poi non è che una partita Inghilterra-Scozia può diventare ancora più appassionante di quello che è sempre stata: non è che rivalità millenarie con un punto di bonus diventano ancora più accese. E poi che assurdità che un pareggio possa valere 3 punti o una sconfitta 2 punti (tanto quanto un pareggio). Per essere sicuri che chi vince 5 partite (Grand Slam) non sia superato da chi ne vince solo 4 ma facendo incetta di bonus, i cervelloni che hanno voluto questo guazzabuglio sono stati costretto a inventare 3 punti di superbonus in caso appunto di 5 vittorie.
Bonus a nulla, insomma, e scusate il pistolotto: a ogni modo grazie a questo tipo di punteggi l'Italia può persino arrivare terza nel torneo (mai accaduto, il massimo è stata quarta nel 2007 e nel 2014) se batte bene il Galles (con un punto di bonus), ma può anche arrivare sesta e ultima (per la 19a volta in 25 edizioni, ma stavolta almeno senza il cucchiaio di legno - tutte sconfitte - di cui abbiamo già una collezione da 12 esemplari) se perde senza un punto di bonus (vedi sotto la classifica). Per quel vagheggiato terzo posto, vicino come un'oasi nel deserto, bisogna poi che si allineino almeno altri due risultati che non dipendono dall'Italia.
Può andare avanti a leggere solo chi ama vagare con la fantasia anche se è comunque almeno un po' lusinghiero che l'Italia di Quesada sia inclusa in questo esercizio di fanta-rugby.
Per arrivare quinta può bastare un punto di bonus offensivo o difensivo, purché non si perda di 12 punti o più. Per il terzo posto bisogna - come detto - battere il Galles segnando almeno quattro mete arrivando così a 12 punti in classifica. Se l'Inghilterra, ora a 12 punti, tornerà a casa dalla Francia senza nemmeno un punto di bonus, gli azzurri dovrebbero vincere a Cardiff con più di 34 punti per superare momentaneamente i bianchi. E se l'Italia conquista a Cardiff 5 punti può finiare quarta a patto che una tra Scozia o Francia perda sabato senza fare punti bonus.
Tutto ciò perché se due o più nazioni sono a pari punti in classifica per decidere quella che prevale si valutano:
1) La differenza tra punti segnati e punti subiti (differenza punti).
2) Se la differenza di punti è la stessa, si valuta il numero di mete segnate (comprese quelle di penalità)
3) Se c'è ancora parità (statisticamente siderale) le squadre sono considerate ex aequo.
Così è se vi pare.
Le formazioni
Italia: 15 Lorenzo Pani, 14 Louis Lynagh, 13 Juan Ignacio Brex, 12 Tommaso Menoncello, 11 Monty Ioane, 10 Paolo Garbisi, 9 Stephen Varney, 8 Lorenzo Cannone, 7 Michele Lamaro (cap.), 6 Sebastian Negri, 5 Federico Ruzza, 4 Niccolò Cannone, 3 Simone Ferrari, 2 Giacomo Nicotera, 1 Danilo Fischetti
A disp. 16 Gianmarco Lucchesi, 17 Mirco Spagnolo, 18 Giosuè Zilocchi, 19 Andrea Zambonin, 20 Ross Vintcent, 21 Manuel Zuliani, 22 Martin Page-Relo, 23 Leonardo Marin
All. Gonzalo Quesada
Galles: 15 Cameron Winnett, 14 Josh Adams, 13 George North, 12 Nick Tompkins, 11 Rio Dyer, 10 Sam Costelow, 9 Tomos Williams, 8 Aaron Wainwright, 7 Tommy Reffell, 6 Alex Mann, 5 Adam Beard, 4 Dafydd Jenkins (cap.), 3 Dillon Lewis, 2 Elliot Dee, 1 Gareth Thomas.
A disp. 16 Evan Lloyd, 17 Kemsley Mathias, 18 Harri ÒConnor, 19 Will Rowlands, 20 Mackenzie Martin, 21 Kieran Hardy, 22 Ioan Lloyd, 23 Mason Grady
All. Warren Gatland
Classifica, programma e tv del Supersaturday
Classifica: Irlanda 16 (+80); Inghilterra 12 (-3); Scozia 11 (+4); Francia 11 (+4); Italia 7 (-37); Galles 3 (-48). Irlanda resta grande favorita per la vittoria del Torneo.
Quinto e ultimo turno
Sabato 16 marzo
alle 15.15 Galles-Italia (Sky Sport Uno, Now e SkyGo, in chiaro su TV8 e in streaming su tv8.it.
Alle 17.45 Irlanda-Scozia (Sky Sport Uno, canale 201, e in streaming su Now e SkyGo).
Alle 21 Francia-Inghilterra (Sky Sport Arena, canale 204 e in streaming su Now e SkyGo)