Dopo la Sardegna adesso tocca all’Abruzzo. A 12 giorni dal voto, previsto per domenica 10 marzo, la partita è più che mai aperta. Due i candidati: il governatore uscente, Marco Marsilio, per il centrodestra e Luciano D'Amico per il centrosinistra. Per la coalizione di maggioranza una prova che non si possono permettere di sbagliare, per le opposizioni una seconda e rassicurante conferma che il campo largo può funzionare e che dopo i risultati sardi si può sperare in un effetto domino. L’Abruzzo è dunque una sfida decisiva. «C'e l'occasione di rivincere subito, in Abruzzo. Qui ci sono solo due candidati e non c'è voto disgiunto: o vince uno o vince l'altro. Secondo me qui vinciamo, e non di poco, con la Lega sopra il 10%». Il leader della Lega, Matteo Salvini, dopo la sconfitta in Sardegna, si dice fiducioso sull'esito del voto in Abruzzo.
I due candidati
Da una parte Marco Marsilio, ex senatore, fedelissimo di Giorgia Meloni, con la vittoria del 2019, quando ottenne il 48% dei consensi, fu il primo presidente di regione di Fratelli d'Italia.
I sondaggi
Se il centrodestra, fin dall'inizio, è stato dato per favorito, gli ultimi sondaggi restituiscono una situazione incerta. Marsilio viene sì indicato come potenziale vincitore, ma con una forbice che varia dai pochi centesimi ai circa cinque punti di vantaggio e con parecchi punti percentuali di inferiorità rispetto a D'Amico per quanto riguarda la fiducia personale. E le elezioni sarde hanno confermato che la partita è tutta da giocare e che darla già per vinta non conviene. Il rischio in pratica, è che dopo la disfatta segnata sull’isola imponendo l’alternanza con Christian Solinas, FdI si incarti in una partita che ha un valore simbolico più alto. Non solo perché il collegio abruzzese è quello in cui la premier Giorgia Meloni è stata eletta alle Politiche del 2022, ma anche perché proprio dall’Abruzzo è partita la riscossa di Fratelli d’Italia. Se Salvini si dice fiducioso - «sono assolutamente ottimista, il centrodestra vincerà, perché abbiamo lavorato»- il centrosinistra non ha intenzione di mollare nemmeno di un centimetro. La vittoria di Alessandra Todde, che tra l'altro ha annunciato di voler andare in Abruzzo a fare campagna elettorale, secondo il Pd abruzzese rappresenta «lo stesso splendido vento di cambiamento che si respira qui, dove il 10 marzo scriveremo una storia nuova per la nostra regione». Il centrosinistra ha deciso di investire anche qui sull’unione d’intenti, cavalcando l’onda del rinnovato entusiasmo: «Fra due settimane possiamo vincere anche in Abruzzo con Luciano D'Amico», scrive sui social la segretaria del Pd, Elly Schlein. «Lo squillo di tromba è arrivato! Adesso, tutti in Abruzzo!», afferma l'esponente Pd Pier Luigi Bersani. Fiducioso anche Giuseppe Conte: «Giovedì mi sposto in Abruzzo, c'è un progetto molto chiaro con obiettivi condivisi».
A questo giro il centrodestra deve giocare una partita il cui margine di manovra si è particolarmente assottigliato, e lo deve fare con un campo stavolta “larghissimo” e ora molto più pericoloso post Sardegna. Senza dimenticare che quella del partito della premier è una battaglia per certi versi anche interna, un eventuale doppio ko del centrodestra porterebbe infatti la firma Fratelli d’Italia e potrebbe riaprire il toto nomi delle candidature anche per Basilicata e Umbria.