Pd, Emiliano: «Voglio recuperare Rossi e Speranza. Il Pd come l'Inter, sappiamo soffrire»

Mercoledì 22 Febbraio 2017 di Marco Conti
Emiliano

ROMA «Dai, andiamo a bere qualcosa al bar». La direzione del Pd si è appena conclusa. Michele Emiliano e Francesco Boccia scendono dall'auto che li ha portati davanti la sede romana della regione Puglia in via Barberini. Più che bere, Emiliano avrebbe voglia di mangiare. Si adegua a malincuore a caffè e acqua minerale, salvo rifarsi al termine della conversazione con un lungo panino. «Sto meglio», sostiene mentre allarga le braccia.

«Dobbiamo vedere ora di recuperare anche Speranza e Rossi». E Bersani e D'Alema?, proviamo a suggerire ma Emiliano sembra non considerarli. «Io voglio recuperare Speranza e Rossi- ribatte - abbiamo il presidente della Toscana, una delle regioni meglio amministrate, e uno dei politici più giovani e bravi. Uno dei pochi quarantenni con la schiena dritta. Sono entrambi molto importanti e dobbiamo recuperarli. Si devono recuperare. E' anche nel loro interesse».

DIVERSI
Al governatore della Puglia non sfiora nemmeno l'idea che possa essere accusato di tradimento per aver rotto il fronte che si era composto sabato scorso al Teatro Vittoria. «Abbiamo fatto talmente tutto insieme che non sarà così. Non abbiamo deciso insieme la strategia, abbiamo solo fatto un ragionamento comune tra tre candidati diversi». Ognuno con le proprie ragioni contro Renzi, ma poi il fronte si è rotto forse perché la sinistra aveva deciso di rompere da molto tempo. Emiliano considera tutto ciò acqua passata.

Non teme l'accusa di tradimento e «non è nemmeno una giravolta», come invece sostengono i renziani: «Giravolta la mia? Ma se abbiamo davanti il tizio (Renzi ndr) che è l'uomo della giravolta-madre («lascio la politica se perdo il referendum» ndr)! Bello mio, cosa vuoi? Io sto traghettando una roba complessa, io vorrei traghettare quei due dentro».

Al tentativo di recuperare Rossi e Speranza, Emiliano non intende rinunciare perchè loro due dovrebbero prendere atto «che questo partito, il Pd, è entrato nel dna è nel cuore di questo paese». Mi ricorda l'Inter, è un pazzo Pd, e lo dico da juventino, perché io non sono abituato a soffrire in questa maniera» e, come soffrono gli interisti, «si soffre anche nel Pd». Boccia smania. E' alle prese con i nomi da dare ad Orfini per la commissione per il congresso, ma a Emiliano l'argomento sembra non interessare.

HIMALAYA
«Giuro sui miei figli che non l'ho scritto io quel post in cui mio fratello mi chiedeva di restare», ma poi ammette che «il vero mio think tank è la mia famiglia». Con loro deciderà la strategia per le primarie e la campagna si annuncia dura, forse violenta, per la posta in gioco. «Bah, non so. Se Renzi lo vorrà! E' lui che decide». Comunque, ammette sornione, «voi giornalisti andrete a nozze». Primarie che si svolgeranno mentre sui territori si svilupperà la scissione e Bersani e D'Alema non saranno teneri contro il governatore della Puglia che alla fine ha deciso di restare. «Mah, non credo, ma se va a finire così sarà divertente», sostiene tenendo coperte le carte che potrebbe giocare contro la vecchia guardia.

«La partita è seria», spiega, perchè stavolta «non si decide sul premier-segretario che comanda tutto il mondo».

Ora, aggiunge, «lo schema è un altro» grazie al sistema proporzionale uscito dalla Consulta e che «non verrà reso ancor più proporzionale». Ma sono i termini della sfida ad interessare Emiliano, che continua sostenendo che i possibili candidati premier «sono soggetti di secondo livello» mentre i soggetti politici con maggiore investitura sono presidenti di regione, sindaci e segretari che ritornano ad avere una centralità perché gli unici eletti direttamente». «Siamo sotto e abbiamo davanti l'Himalaya», ammette Boccia. «Bello, no! Io sono pronto. La mia forza è che io non faccio politica per vivere, non devo sistemare la famiglia». Un saluto e poi via con il panino.

Ultimo aggiornamento: 09:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA