Il 5G «ci pone di fronte a tutto quanto la sfida del digitale comporta: l'opportunità straordinaria di progresso sociale offertaci dall'innovazione, ma anche i rischi per l'identità e la riservatezza individuale inevitabilmente connessi a usi poco attenti e consapevoli delle nuove tecnologie.
Il rischio più grande è quello della mancanza di regolamentazione e dell'inversione del rapporto tra uomo e macchina, da dominazione a soggezione». Il garante vede due fattore di rischi: «uno per la cybersecurity e l'altro relativo alla privacy individuale». L'occasione del prnrr «è preziosa» e non può non comportare «una strategia protezione organica non solo di infrastrutture critiche ma dell'intero sistema paese». In futuro, sottolinea Stanzione, «ciascun oggetto diventerà fonte di informazioni», per questo è «indispensabile che essenziali garanzie della privacy siano inscritte nel 'codice geneticò di questi dispositivi» e sopratutto ci siano «garanzie elevate in caso di trasferimento dei dati all'estero».