Padoan: fase delicata, dipende da privati. 9 euro BpVi, tanti pro e contro

Giovedì 12 Gennaio 2017
Padoan: fase delicata, dipende da privati. 9 euro BpVi, tanti pro e contro
VICENZA - «Le due popolari venete sono in una fase delicata, mi auguro che ci siano presto decisioni che vadano verso il rafforzamento della situazione». Così il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, nel corso dell'audizione in Senato sul dl banche, sul futuro di Veneto Banca e della Popolare di Vicenza. Il ministro, su ruolo e risorse del Fondo Atlante, spiega che «è stata un'operazione che io ritengo molto importante, privata, nella quale c'è una partecipazione minoritaria, lo ribadisco, dal punto di vista pubblico. La critica che si fa è che le risorse sono limitate... ma ricordo banalmente che le risorse dipendono dalle decisioni del sistema bancario privato, sono le banche che devono decidere se investire o meno». 

A breve inizierà a lavorare la commissione d'inchiesta su Popolare di Vicenza e su Veneto Banca, annuncia la senatrice Laura Puppato del Pd: «In Senato si è concluso l'iter investigativo sul sistema bancario, che per mesi ha tenuto occupata la Commissione Finanze, in un lungo lavoro che testimonia l'attenzione che fin da subito la politica nazionale ha posto sul crack di alcune banche italiane, tra cui le due popolari venete creando un vulnus enorme nell'economia dei nostri territori, non solo dissipando denaro che tanti risparmiatori avevano messo da parte con molta fatica, ma anche andando a ledere la fiducia creata in passato, tanto che oggi è difficile potersi fidare della propria banca».

Intanto già centinaia di adesioni all'offerta di transazione rivolta dalla Banca Popolare di Vicenza ai propri azionisti: la banca offre 9 euro ad azione in cambio della rinuncia al contenzioso con la banca.  Sulla frontiera dei 9 euro si è aperto il dibattito tra ferocemente contrari, favorevoli e possibilisti. Tra i primi Adusbef, Movimento Consumatori, Codacons, per i quali la proposta è inaccettabile: l'invito agli azionisti è di andare «avanti con le azioni collettive». A livello politico d'accordo i grillini: «La proposta transattiva delle ex popolari venete ai soci truffati è inaccettabile. I 9 euro per azione offerti dalla Popolare di Vicenza ed il 15% del valore delle azioni al momento dell'acquisto offerto da Veneto Banca, non sono altro che un'elemosina - ha detto il senatore vicentino Enrico Cappelletti del M5S - e in cambio si chiede ai risparmiatori truffati di rinunciare alle azioni giudiziarie». Il consigliere regionale di Bassano Nicola Finco della Lega: «Rispetto chi accetta il rimborso: rientrare, almeno parzialmente, dalle perdite rappresenta una boccata d'ossigeno. Da amministratore regionale, tuttavia, non posso esimermi dal biasimare una proposta che assomiglia tanto ad un ricatto: dovrebbero invece pensare a inchiodare di fronte alle proprie responsabilità, anche in termini economici, gli ex amministratori».

A livello confindustriale si preferisce guardare il bicchiere mezzo pieno: «Per avviare un effettivo nuovo corso e riconquistare la fiducia dei soci e del pubblico l'offerta di transazione è un primo passo - ha spiegato il presidente di Confindustria Vicenza Luciano Vescovi - anche se ci sono alcuni aspetti che non mi convincono: nel regolamento si legge l'assenza delle società di capitali tra i soggetti che possono aderire». Dalla Associazione soci banche popolari venete accoglienza positiva: «Un valido punto di partenza da integrare però con la nostra proposta che prevede emissione e assegnazione ai soci di bond a scadenza variabile e cedola crescente a fronte della cessione di crediti in sofferenza ad una società esterna creata ad hoc. In questo modo tra pagamento cash del 15% ed obbligazioni si arriverebbe ad un rimborso non inferiore al 30-35%» dicono il presidente Ezio Guidotto e il vice Francesco Celotto. Venerdì 13, dicono, vanno alla direzione generale BpVi per parlare della proposta di ristoro ai vecchi soci.
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