I diritti su una musica composta valgono sempre. E quindi, vanno sempre pagati. Beppe Vessicchio 1 Rai 0. È una sentenza storica quella del Tribunale di Roma, perché tutela i produttori musicali e gli artisti interpreti esecutori che compongono per l'emittente pubblica.
Beppe Vessicchio vince contro la Rai: ecco cosa dice il tribunale
Il verdetto è stato pronunciato a favore del Maestro Beppe Vessicchio e contro la Rai. Il famoso direttore d'orchestra di Sanremo ha infatti fatto causa alla Rai perché gli erano stati negati i diritti relativi all’utilizzo di musiche da lui composte e interpretate per "La prova del cuoco”, la famosa trasmissione condotta a fasi alterne da Antonella Clerici ed Elisa Isoardi.
La sentenza di oggi ha ribadito con chiarezza che anche per questo tipo di utilizzazioni è doveroso da parte dell’emittente il pagamento dei diritti che spettano ai Produttori di Fonogrammi e agli Artisti Interpreti Esecutori.
E quindi cosa cambia ora? La sentenza è dirompente perché al Maestro Vessicchio, ma anche al NUOVO IMAIE e a tutti i soggetti della filiera coinvolti che si erano associati nella controversia come parte in causa, la RAI dovrà riconoscere i diritti di utilizzazione per questa tipologia di sfruttamento come anche per quelli pregressi.
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Perché è una sentenza storica per i musicisti
«Si tratta di una sentenza importantissima – ha dichiarato Andrea Miccichè, Presidente NUOVO IMAIE -, forse tra le più rilevanti per l’intero comparto dei diritti dei musicisti e produttori, che sancisce una volta per tutte il sacrosanto diritto economico che scaturisce ogni qual volta si fa uso di un prodotto musicale.
CAUSA #VESSICCHIO – RAI: SENTENZA STORICA PER I DIRITTI DI PRODUTTORI E ARTISTI
🧑⚖️Il Tribunale di Roma ha appena pronunciato un verdetto storico per il futuro e la tutela dei diritti di produttori musicali e artisti interpreti esecutori.
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Nell’esprimere la nostra più viva soddisfazione e vicinanza al Maestro Vessicchio, che abbiamo l’onore di rappresentare come collecting dei diritti connessi, esprimiamo al contempo l’auspicio che la RAI – come indicato da questa storica sentenza- ci convochi in tempi brevi per un tavolo di lavoro che sani il pregresso dei diritti che spettano alle decine di migliaia di interpreti che abbiamo la responsabilità di tutelare».