Pensioni, a rischio Quota 103: torna lo spettro della legge Fornero. Cosa dicono i conti del Def

Secondo quanto è scritto nel Def sarà difficile che il prossimo anno possa esserci qualche nuova forma di pensionamento anticipato. Se Quota 103 non dovesse essere confermata forse si potrà passare a Quota 104, altrimenti tornerà per tutti la legge Fornero

Martedì 23 Aprile 2024 di Giacomo Andreoli
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Il pensionamento anticipato è a rischio. E torna lo spettro della legge Fornero. Nel documento di economia e finanza appena approvato dal governo di indicazioni sulla prossima manovra non ce ne sono molte, ma una certezza, o quasi, c’è: sarà difficile che il prossimo anno possa esserci qualche nuova forma di pensionamento prima dei 66 o 67 anni.

A meno degli scivoli per i lavori usuranti e poche altre categorie. La spesa sostenuta dai conti pubblici per le pensioni è troppo alta e comunque destinata a crescere ancora. Quest’anno toccherà i 337,4 miliardi, l’anno prossimo salirà a 345 miliardi, nel 2027 balzerà a 368 miliardi. Il governo deve quindi trovare nuove fonti di finanziamento e aumentare il numero di lavoratori per compensare le nuove pensioni.

Vediamo nel dettaglio cosa potrebbe succedere e cosa ne sarà di Quota 103.

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Pensioni, a rischio gli anticipi: cosa dice il Def

Proposte come l’introduzione di un pensionamento con 41 anni di contributi a prescindere all’età, anche se addolcite nei costi per lo Stato (ma non per i pensionati) da un ricalcolo contributivo degli assegni, sono destinate a restare nel cassetto. Pesano diversi fattori. Il primo è strutturale: l’andamento demografico. Il numero dei pensionati gradualmente sta aumentando e quello dei lavoratori destinati a “mantenerli” con il versamento dei contributi è destinato invece a ridursi. Non perché aumenta la disoccupazione, ma piuttosto perché ci sono sempre meno persone in età lavorativa.

Per quasi un decennio gli importi degli assegni pensionistici sono stati praticamente fermi perché l’inflazione non esisteva. Poi è arrivata, con la fine della pandemia, la fiammata che tutti conoscono. C’è poi quello che, probabilmente, è considerato il punto più dolente: gli scivoli che hanno permesso di uscire dal lavoro in anticipo. Da Quota 100 in poi la dinamica di aumento della spesa è praticamente raddoppiata nel quinquennio 2019-2023 rispetto ai nove anni precedenti, quelli che vanno dal 2010 fino al 2019.

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Le nuove regole europee

Bisogna poi considerare un altro elemento. Il nuovo e unico parametro rilevante per valutare i conti pubblici che sarà preso in considerazione dall’Europa, è l’andamento della spesa primaria netta. Sarà questa a determinare l’apertura o meno, di una procedura di infrazione in futuro. E la spesa per le prestazioni sociali è quella di gran lunga superiore. All’interno di questa la parte preponderante è proprio quella pensionistica.

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Il destino di Quota 103

L’attuale Quota 103 non è risultata poco appetibile. Permette sì di lasciare il lavoro a 62 anni con 41 di contributi, ma accettando un ricalcolo contributivo della pensione e dovendo attendere 7 mesi nel privato e 9 mesi nel pubblico, prima di poter ricevere l’assegno. Anche Opzione Donna ha ottenuto una decisa stretta. L’età è salita a 61 anni, che possono essere ridotti solo alle donne con figli. E anche in questo caso è previsto il taglio della pensione attraverso il ricalcolo contributivo.

Tutto questo, però, si scontra con il fatto che l'età pensionistica prevista dalla legge Fornero è troppo alta per molti lavoratori e potrebbe crescere nel corso del tempo con il meccanismo di adeguamento alla speranza di vita. Insomma, con la legge Fornero la prospettiva della pensione dopo i 70 anni è più vicina che mai. Non solo: il ritorno alla Fornero sarebbe un'evidente violazione del programma elettorale del centrodestra del 2022, che invece puntatava sul suo definitivo superamento.

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Cosa succederà nella prossima Manovra

Al momento, visto che il governo non intende aumentare le tasse sulle rendite e i patrimoni milionari, la strada più probabile è che nella prossima manovra arrivi una qualche nuova stretta sulle pensioni per provare a contenere la spesa. Già l’anno scorso il governo ha introdotto una serie di tagli, alcuni dei quali anche con un impatto rilevante.

Come per esempio le misure sulle pensioni dei dipendenti pubblici di alcune gestioni, quelle dei medici, dei dipendenti degli enti locali e degli ufficiali giudiziari, che si sono viste annullare una serie di meccanismi di calcolo degli assegni "privilegiati" rispetto agli altri lavoratori (con un parziale dietrofront poi per medici e infermieri). Il governo ha anche reintrodotto dal prossimo anno l’adeguamento automatico dell’età di pensionamento alla speranza di vita. 

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Il possibile ritorno di Quota 104

Alla luce delle difficoltà emerse dal Def, ma per introdurre comunque uno strumento di pensionamento anticipato, la scelta potrebbe alla fine cadere su Quota 104: 41 anni di contributi e 63 di età. Una beffa per i lavoratori che il prossimo anno speravano di accedere alla pensione grazie a Quota 103. Ma soprattutto una soluzione che rischia di scontentare la maggior parte delle persone che vogliono uscire dal lavoro, visto che la platea coinvolta sarebbe inferiore a quella attuale (previste 17mila uscite quest'anno con Quota 103).

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