Niente stretta sul Superbonus nei comuni terremotati tra Lazio, Abruzzo, Umbria e Marche, ma per tutti gli altri è corsa contro il tempo per mettersi in regola con il Fisco.
Il nuovo decreto
Il nuovo decreto, di non facile lettura per i suoi rimandi legislativi, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale e presto approderà in Parlamento, per un confronto politico che si annuncia caldo. Il governo ha parlato di conti pubblici da dover tutelare, mentre per le opposizioni è una sorta di vendetta contro le scelte degli esecutivi precedenti. La tagliola, comunque, si aggiunge al fatto che il blocco alla cessione varrà anche per chi ha inviato la Comunicazione di inizio lavori (Cila) entro il 16 febbraio di un anno fa, quindi in tempo utile, ma poi non ha ancora effettuato pagamenti.
Remissione in bonis
È stata portata al 4 aprile la scadenza per la cosiddetta “remissione in bonis”, che consentiva di effettuare o correggere eventuali comunicazioni di cessione del credito pagando 250 euro di sanzione fino al 15 ottobre prossimo. Ora non farlo comporterà l’impossibilità a cedere il credito e il ritorno al regime della detrazione sulla dichiarazione dei redditi. Lo sconto sulla dichiarazione, per il valore degli importi dei lavori, rischia però di non poter essere utilizzato da chi ha redditi bassi o è incapiente, non avendo imposte da scontare.
La deroga
Il testo finale conferma invece che lo stop allo sconto in fattura e alla cessione del credito non si applicherà agli immobili danneggiati dai terremoti nel centro (Esclusa l’EmilIa Romagna). Ma con un “paletto”: la deroga - è scritto nel testo - «trova applicazione nel limite di 400 milioni di euro per l’anno 2024, di cui 70 milioni per gli eventi sismici che si sono verificati il 6 aprile 2009».
Le novità
Non è però escluso che arrivino altre novità. «Sono al lavoro per sostituire il 110% con un aumento del contributo parametrico», ha scritto il commissario alla ricostruzione post sisma, Guido Castelli, nella lettera inviata ai sindaci del cratere sismico per spiegare comunque che «la somma di 330 milioni quale provvista necessaria per il periodo aprile-dicembre 2024, è assolutamente sufficiente al nostro fabbisogno».
Il cuore del decreto è certo il blocco della cessione dei benefici fiscali dei bonus per tutta una serie di situazioni finora salvaguardate: Terzo settore, Iacp, cooperative di abitazione a proprietà indivisa. Ma rischia di avere un effetto retroattivo anche su chi aveva presentato la comunicazione di inizio lavori entro il 16 febbraio del 2023. Il governo, infatti, ferma gli sconti in fattura e le cessioni alle Cila “dormienti”, cioè se «non è stata sostenuta» alcuna spesa, documentata da fattura, per lavori già fatti il 30 marzo.
I lavori
Avranno difficoltà coloro che hanno avviato i lavori, ma non hanno ancora effettuato alcun pagamento: si tratta di una pratica più diffusa di quanto non si possa credere, visto che in molti casi i lavori sono stati finanziati proprio con la “moneta fiscale” garantita dagli sconti del Superbonus. Qualcuno ha rispolverato la parola “esodati” per chi si troverà in questa situazione.