L'Albania alza il livello di attenzione e - così come tanti altri Paesi dell'area balcanica - rilancia tre impianti di produzioni di armi e munizioni.
La strategia
Tirana ha interrotto la produzione di armi e munizioni negli stabilimenti dopo il crollo del regime comunista. Gli impianti di produzione furono costruiti negli anni '60 e si trovano a Poliçan, Elbasan e Gramsh. Le ultime due fabbriche sono state trasformate in impianti di smilitarizzazione, mentre lo stabilimento di Poliçan è stato completamente chiuso. L’Albania è entrata nella Nato insieme alla Croazia nell’aprile 2009.
Riapre la base aerea per i jet della Nato
Nelle scorse settimane l'Albania ha riaperto anche una base aerea di epoca sovietica ristrutturandola: ora ospiterà i jet della Nato. Si trova a Kucova, a sud di Tirana, e all'inaugurazione c'erano anche Eurofighter italiani e F-16 e F-35 americani. «Questa è una base che aggiungerà un altro elemento di sicurezza per la nostra regione dei Balcani occidentali che, come tutti sappiamo, è messa in pericolo dalla minaccia e dalle ambizioni neo-imperialiste della Federazione Russa», ha detto il primo ministro albanese Edi Rama durante la cerimonia di apertura. I lavori per la riapertura della base sono iniziati poco prima dell’invasione russa dell’Ucraina e da allora sono diventati sempre più urgenti poiché Mosca «fomenta il sentimento anti-occidentale nei Balcani». Il rinnovamento è costato 50 milioni di euro e consentirà alla Nato di supportare le missioni logistiche, le operazioni aeree, l'addestramento e le esercitazioni dell'Alleanza. «Il restyling della base aerea di Kucova è un investimento strategico e dimostra che la Nato continua a rafforzare la sua presenza nei Balcani occidentali, un'area di importanza strategica per l'alleanza», ha detto il portavoce ad interim della Nato Dylan White.