Facendo un po' di satira, si potrebbe quasi affermare che la nostra Repubblica, piuttosto che fondata sul lavoro (art.1 della Costituzione), lo sia sulle bugie. Intendiamoci: governare non è la stessa cosa che genuflettersi in un confessionale: ci sono ragioni di segretezza e/o di riservatezza doverose. Ma le bugie sono un'altra cosa! Chi può consultare diversi giornali, media, ascoltare parecchie trasmissioni, conoscere vari rapporti e/o inchieste, se ne rende chiaramente conto. Tutto questo genera, alla fine, una grande confusione e rende il cittadino sempre meno "sovrano" e rispettato. Si stenta spesso a capire come stanno veramente (e non falsamente!) le cose. La complessità della nostra epoca aggiunge poi del suo. La conseguenza è che ne soffre la democratica possibilità di valutare l'operato sia della maggioranza che dell'opposizione, soprattutto a mezzo del voto, ma non solo. Niente a confronto col necessario, sano pluralismo! La vita normale non può reggersi sulle bugie sistematiche ed anche la politica, in fin dei conti, appartiene alla vita. Intendo la buona politica. Non è lo stesso, per esempio, dire che una famiglia guadagna mensilmente euro 2.000, oppure 3.000; che spende euro 1.800 oppure 2.800. Quale sarà la verità? Per non parlare delle bugie al fisco o delle false dichiarazioni di vario tipo. Se poi andiamo ai "fondamentali" che concernono l'economia pubblica, o la sanità, o il lavoro, o l'ambiente, o adesso il PNRR, apriti cielo! Ma non dovrebbe essere un nostro diritto, come cittadini, quello di sapere, da parte di politici, di amministratori, di produttori, eccetera, al massimo possibile, come stanno veramente le cose?
Renato Omacin
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