Vincoli in Comelico la Regione ricorre alla Consulta: "Autonomia violata"

Martedì 24 Dicembre 2019 di Andrea Zambenedetti
Il lago di Misurina tra le zone soggette ai nuovi vincoli paesaggistici
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«Quei vincoli ledono l’autonomia regionale. Noi ricorriamo alla Corte costituzionale». A svelare la strategia per demolire le prescrizioni della sovrintendenza ai Comuni del Comelico e ad Auronzo è l’assessore regionale alla protezione del suolo, con delega alla specificità di Belluno, Gianpaolo Bottacin. Contro quella che è stata vissuta come un’imposizione calata dall’alto, «una punizione» per usare le parole di Staunovo Polacco, sindaco di Comelico Superiore, oltre al ricorso alla Consulta sono in arrivo anche una raffica di appelli dagli altri enti. Comuni, Provincia e Regione infatti presenteranno ricorsi distinti ma chi pensa che sia semplicemente “andare in ordine sparso” avrà di che ricredersi.
GABINETTO DI GUERRA
Ieri in municipio a Longarone c’è stata la prima riunione per allineare i fronti. Già il sette gennaio, o nei giorni immediatamente seguenti, è previsto un secondo appuntamento, a Venezia. Andare divisi per colpire uniti è la strategia: per questa ragione Auronzo, Danta, Comelico Superiore, San Nicolo, San Pietro e Santo Stefano presenteranno un ricorso ciascuno. L’impianto del ricorso sarà comunque condiviso con la Provincia. Palazzo Piloni a sua volta proporrà un altro ricorso mentre la Regione ne proporrà addirittura due: uno alla Corte costituzionale, in merito all’attribuzione di competenze, ed un secondo al Tar nel merito delle imposizione. Ad imbracciare l’arma dei ricorsi potranno anche essere le varie categorie, che già avevano partecipato attivamente al dibattito presentando delle osservazioni. Chiaramente potranno farlo anche le associazioni che erano, fino ad ora, rimaste fuori dal dibattito.
SODDISFAZIONE
«È stato un incontro proficuo - ha spiegato il presidente della Provincia di Belluno, Roberto Padrin - abbiamo deciso come strutturare i ricorsi. Andremo separati ma con una base unitaria e con unità di intenti. Già all’incontro di oggi (ieri per chi legge ndr) hanno partecipato anche i legali. L’obiettivo è di essere pronti entro sessanta giorni dalla pubblicazione, che non è ancora avvenuta, ma se riusciamo possiamo anche anticipare i termini».
AL TAVOLO
A prendere posto in municipio a Longarone, oltre all’assessore regionale Bottacin, al presidente della Provincia Padrin e al delegato Massimo Bortoluzzi, anche i sindaci di Danta, di Comelico Superiore e Auronzo. Al tavolo anche i rappresentanti degli altri comuni. «Questi vincoli - prosegue Bottacin - rischiano di determinare la paralisi di tutto il comparto socioeconomico. Eccepiremo sull’attribuzione di competenze. La pianificazione per noi è una competenza regionale, tanto che stavamo lavorando al piano paesaggistico con la sovrintendenza. Riteniamo sia stata lesa la nostra autonomia regionale. A questo punto andremo fino in fondo, senza lasciare nulla di intentato».
RISPOSTA A TONO
Insomma la decisione della sovrintendenza è stata ritenuta un atto ostile «una punizione perché abbiamo dimostrato che il territorio è unito e compatto» (sempre per usare le parole del sindaco di Comelico Superiore). La risposta questa volta potrebbe essere a tono.
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