PADOVA - Tre giovani vite salvate grazie all'impianto di un device per correggere lo scompenso cardiaco: un bimbo russo di 10 anni, un bimbo ucraino e un romeno. «Siamo i primi in Italia ad aver effettuato questo intervento in un bambino di soli 10 anni, considerato non trattabile nel suo Paese d'origine - afferma il professor Giovanni Di Salvo, direttore della Cardiologia pediatrica dell'Azienda Ospedale Università di Padova -. Poi abbiamo operato anche gli altri due. Il nostro impegno non guarda alla situazione geopolitica, siamo per la pace che fa bene al cuore di tutti i bambini». A lanciare il messaggio di speranza, ieri, sono stati anche il direttore generale Giuseppe Dal Ben e il responsabile della Cardiochirurgia pediatrica, il professor Vladimiro Vida. Si stima che un bambino su mille nasca con una patologia congenita cardiaca.
L'attività della Cardiologia pediatrica: 492 ricoveri nel 2022
La Cardiologia pediatrica conta su un'equipe di otto medici e si trova al terzo piano della Pediatria. Ha dieci posti letto di degenza e per 12 ore a settimana lavora anche nelle piastre operatorie del Centro Gallucci di Cardiologia Emodinamica. «Nel 2022 si registrano 492 ricoveri, circa il 24% in regime d'urgenza - spiega il dg Dal Ben - Interessante è osservare l'attrattività, visto che oltre il 28% dei ricoveri è extra Regione e il 48% extra provincia. Lo stesso vale per le attività ambulatoriali, quasi 10 mila nel 2022». La Cardiologia pediatrica è tra i pochissimi centri in Europa che fanno chiusure percutanee PD, DIV e DIA in neonati (il più piccolo paziente pesava solo 800 grammi), adotta procedure interventistiche ibride avanzate per lo scompenso cardiaco e ha scritto le linee guida europee per le cardiopatie congenite. «Siamo parlando di situazioni in cui un millimetro può fare la differenza - dice il professor Di Salvo - in termini di diagnosi e rischio interventistico. Operiamo anche bambini di tre chili. Lo scompenso cardiaco in età pediatrica esiste, è meno frequente di quello di adulti e anziani, ma più letale. Un bimbo di 9 anni non trattato ha un rischio di mortalità doppia rispetto un 75enne. Per risolvere queste condizioni, usiamo strategie estremamente innovative».
Gli interventi eseguiti
La Cardiochirurgia pediatrica è l'unico centro in Italia per la chirurgia mini invasiva delle cardiopatie congenite, è hub e spoke Ecmo neonatale e pediatrico, è tra i pochissimi reparti a eseguire conversioni biventricolari di cardiopatie univentricolari e PARS nella dilatazione dell'aorta ascendente nel paziente con sindrome di Marfan, è l'unica unità operativa in Europa a utilizzare tecniche di preservazione della valvola polmonare in pazienti con TOF, fa counselling e pianificazione con modelli stampati in 3D e realtà virtuale. «La squadra è formata da quattro medici - sottolinea Dal Ben - Si segnalano 309 interventi chirurgici nel 2022 oltre a 255 pazienti seguiti a livello ambulatoriale, parliamo di un centro di riferimento regionale specializzato». Il direttore di Cardiochirurgia pediatrica, Vida, aggiunge: «Abbiamo aperto da anni ambulatori in convenzione con il Burlo Garofalo di Trieste e l'ospedale di Bolzano, anche se l'afferenza dei pazienti è da tutt'Italia. Cooperiamo inoltre con associazioni e onlus per progetti internazionali, arrivando a trattare bambini in Africa e in Venezuela. Negli ultimi anni ci ha contraddistinto l'attività mini invasiva, 1.500 interventi, il numero più alto a livello italiano. Siamo poi leader nella ricostruzione dei cuori tridimensionali in resina. I modelli a dimensione reale ci consentono di offrire consulenze ai genitori sulla cardiopatia congenita dei bambini, così da ottenere una medicina personalizzata per ogni patologia rara. Abbiamo a disposizione anche la realtà virtuale immersiva, per conoscere i dettagli dell'intervento prima di entrare in sala operatoria».