Padova. Rubati centinaia di quintali di rame e metalli per poi rivenderli: 6 indagati, danni per 100 mila euro

Cinque persone di etnia sinti e rom rubavano il materiale e poi lo rivendevano a un 69enne

Martedì 16 Maggio 2023 di Redazione Web
Scoperto un giro di riciclaggio di materiale

PADOVA - Sono sei gli indagati per riciclaggio e gestione illecita di centinaia di quintali di rame ed altri metalli provento di furti commessi ai danni di aziende di Padova e Vicenza. Danni per 100.000 euro.

La Squadra mobile della Questura di Padova ha notificato l’avviso di conclusione indagini e l’informazione di garanzia emessi in questi giorni dalla Procura della Repubblica nei confronti di 6 soggetti (5 dei quali appartenenti ad etnie rom e/o sinti) autori di una serie di furti pluriaggravati di vari metalli (rame, ottone, acciaio, ferro) perpetrati ai danni di diverse aziende delle province di Padova e Vicenza (per un ammontare di oltre 110.000 euro), nonché della loro successiva utilizzazione e rivendita, fino anche l’illecito smaltimento. Agli indagati sono contestate condotte di furto, ricettazione e riciclaggio riconducibili ad almeno sette gravi episodi di furto commessi tra il novembre 2021 ed il luglio 2022, non solo a Padova e provincia (Saonara), ma anche nelle località di Santorso, Schio e Mussolente, in provincia di Vicenza.

Il modus operandi

Con un sistema collaudato, i 5 soggetti individuati, appartenenti ad etnie rom e sinti (in concorso pure con altri soggetti ancora in corso di identificazione), spostandosi sempre a bordo di un identico furgone, si sono introdotti nottetempo all’interno nelle proprietà e pertinenze delle diverse ditte, forzandone e danneggiandone cancelli e reti di recinzione, e vi hanno asportato il diverso materiale in lavorazione (matasse di filo di ottone, bobine e cavi di rame, lamiere e ritagli di acciaio inox inossidabile, rottami metallici ferrosi e non).

Complessivamente è stato quantificato il furto di almeno 260 quintali di materiale.

Le indagini

L’attività di indagine è stata avviata a seguito di alcuni furti pluriaggravati di cavi e componentistiche di rame, ottone e ferro commessi ai danni di aziende della provincia di Padova, fra cui uno commesso nel novembre 2021 a Saonara ed uno di poco successivo commesso ai danni di una ditta sita in via Vigonovese, cui vennero asportati circa 10 quintali di rotoli di rame. Gli approfondimenti disposti dalla Procura di Padova su questi ultimi episodi, delegati alla polizia di Stato, hanno presto portato gli agenti della Mobile sulle tracce degli odierni indagati, ed in particolare del 69enne della provincia di Vicenza, titolare di un’impresa individuale avente unità operativa a San Giorgio in Bosco. Grazie a osservazioni e pedinamenti i poliziotti hanno scoperto che proprio nel capannone di San Giorgio in Bosco nella disponibilità del 69enne era occultato il materiale derubato alle ditte, nonché la documentazione comprovante gli illeciti acquisti. A chiudere la filiera illecita era infatti proprio la complicità del 69enne, che in assenza di qualsiasi autorizzazione, svolgeva di fatto l’attività illecita di raccolta, trasporto e messa in riserva di quelli che erano da considerarsi a tutti gli effetti rifiuti speciali, essendo costituiti appunto da rottami metallici ferrosi e non ferrosi.

Il tornaconto

L'uomo acquistava dai restanti indagati, responsabili dei furti pluriaggravati, il materiale, e poi, per evitare l'identificazione della provenienza delittuosa dello stesso, provvedeva a far sbobinare i cavi ed elettrodi di rame, a pressare con macchinari presenti nel suo magazzino il rimanente materiale e poi a cederlo a fonderie. Tale modus operandi ha trovato un importante riscontro in occasione di una perquisizione effettuata dalla stessa Squadra Mobile il 6 luglio 2022. In quell’occasione i poliziotti hanno proceduto d’iniziativa al sequestro preventivo dell’intero magazzino e del suo contenuto, come pure dell’autocarro utilizzato dall’indagato per trasportare il materiale. L’uomo venne già in quell’occasione denunciato oltre che per riciclaggio anche per gestione di rifiuti non autorizzata; gli fu pure sequestrata la somma di circa 68.000 euro occultata in una legnaia. Analoga attività di ricerca venne poi effettuata in un altro sito individuato a San Michele di Bassano del Grappa (VI), ove vennero rinvenuti diversi cumuli informi di rifiuti di vario genere (condutture idrauliche, materie plastiche, elementi in alluminio, scarti di caldaie, frigoriferi, congelatori, pneumatici, materassi e indumenti vari), in relazione alla cui tenuta e gestione fu analogamente contestata l’attività di gestione di rifiuti non autorizzata.

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