Scuola, 900 adolescenti tra i 15 e i 17 anni abbandonano gli studi ogni anno

Venerdì 17 Maggio 2024 di Mauro Giacon
I rappresentanti degli enti sottoscrittori dell'Accordo

PADOVA  - Sono 900 i ragazzi fra i 15 ai 17 anni che ogni anno a Padova e provincia non vanno più a scuola. Quasi tutti stranieri di seconda generazione. Un problema pedagogico, educativo e anche sociale che si può cercare di risolvere solo in un modo: creare una rete fra enti. Proprio per questo ieri in Comune è stato firmato un accordo per tutelare minori e anche giovani adulti che in questo modo sono a rischio di marginalità.
Al centro il Comune in qualità di capofila del progetto, rappresentato ieri dall’assessora al Sociale Margherita Colonnello e dall’assessora alla Scuola Cristina Piva, poi l'Ufficio scolastico ambito territoriale Padova e Rovigo con Roberto Natale, l'Azienda Ulss 6 con Eleonora Sale, Veneto Lavoro con Elisabetta Frigerio, il Centro provinciale di istruzione degli adulti con Alessandra Bozzolan, il Dipartimento Fisppa dell'Università con Chiara Biasin e Francesca Boscaini, Roberta Callegaro dirigente Enaip. È una rete che già oggi consente di recuperane 400. 
Il provveditore Natale ha sottolineato il valore di prevenzione dell’Accordo che intende rendere più efficiente il sistema, individuare le cause e agire anche sulle famiglie che a volte orientano in modo sbagliato i figli. Mentre l’assessora al Sociale ha spiegato come «l’impegno sarà fare riunioni periodiche fin da quando parte la segnalazione da Veneto Lavoro e si attivano i vari enti dal punto di vista scolastico sanitario e lavorativo».
 

LA STRATEGIA
«Anche se in Veneto la media è del 9.5 per cento inferiore a quella regionale e nazionale sappiamo che il punto più delicato è il passaggio dalle medie alle superiori - ha detto - Frigerio - e non riguarda il fatto che frequentino ma siano bocciati ma proprio la mancanza di frequenza». Basin ha spiegato che la strategia dev’essere quella di «formarli in un altro modo con un approccio pedagogico dedicato», mentre Bozzolan ha puntato sul fatto di «dare strumenti anche ai genitori» e Callegaro sulla necessità «di curare il loro percorso di crescita verso il traguardo del benessere a cui hanno diritto». Soprattutto anche dal punto di vista psicologico come ha ribadito Sale del servizio di psicopatologie adolescenziali: «Ci sono problematiche anche di questo tipo di fragilità e inoltre noi li aiutiamo anche alla ripresa della socializzazione a scuola».
 

IL DETTAGLIO
Il flusso comunicazioni e vigilanza è gestito da Veneto Lavoro che prende in carico, per le prime valutazioni dei casi, i minori dai 14 ai 17 anni in abbandono scolastico e formativo segnalati dall'Anagrafe regionale studenti.

Lo step successivo prevede il coinvolgimento dell'equipe di co-progettazione che predispone progetti individualizzati a seconda delle problematiche da affrontare.

Ultimo aggiornamento: 17:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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