Riese Pio X. Panchina rossa contro i femminicidi. La famiglia di Vanessa Ballan: «Noi testimonial Avis, il sangue non si versa ma si dona»

Domenica 19 Maggio 2024 di Leonardo Sernagiotto
Lafamiglia di Vanessa Ballan all'inaugurazione della panchina rossa a Casa Riese

RIESE PIO X (TREVISO) – «Questa panchina è un gesto, un simbolo, un ricordo. Un elemento che fonde in sé il fiocco, simbolo della violenza contro le donne, con il rosso, colore del dolore ma anche del sangue che noi doniamo. Un messaggio di speranza verso il futuro, contro la violenza di genere e per la cultura del rispetto. Il sangue non si versa, ma si dona».

Con queste parole Andrea Tranquillin, presidente dell’Avis di Riese Pio X, ha introdotto la cerimonia di inaugurazione della panchina rossa a Casa Riese, alla presenza dei genitori e del compagno di Vanessa Ballan, la giovane 26enne barbaramente uccisa nel dicembre scorso insieme al bambino che portava in grembo. Con il riserbo che li ha contraddistinti durante i tragici giorni dall’omicidio della figlia, Stefano Ballan, Roberta Argentin, affiancati dal figlio Nicola e dal genero Nicola Scapinello, non sono intervenuti durante la cerimonia, ma hanno voluto condividere il messaggio trasmesso dalla panchina.

Una panchina anonima, che non riporta il nome di Vanessa, perché dedicata a tutte le donne, ognuna delle quali vittima potenziale di violenza di genere, come ricordato durante la cerimonia da Pamela Formaggi, del Centro Donna di Riese, e come tragicamente testimoniato dalla lettura del lungo elenco delle donne vittime di femminicidio del 2023, avvenuta sulle note di “Hallelujah” di Leonard Cohen, conclusasi con il nome di Vanessa Ballan. Presente anche l’amministrazione comunale al completo, con il sindaco Matteo Guidolin che ha ricordato i tragici giorni del femminicidio di Vanessa: «Si è scelto di porre la panchina rossa a Casa Riese, simbolo di un luogo sicuro, accogliente, dove regna l’amore. La comunità di Riese si è trovata in difficoltà dopo le notizie dalla morte di Vanessa, ma è da quei momenti che si può imparare a fare di più, anche nel proprio piccolo, fungendo da pungolo per agire in favore della cultura del rispetto».

LA RIFLESSIONE

L’assessore al sociale Massimo Fanzolato ha sottolineato la continua attenzione del Comune in favore delle donne: «Ogni femminicidio è un fallimento della società e, da padre di quattro figlie, mi sono immedesimato nella situazione che hanno vissuto i genitori di Vanessa. Da parte nostra, come amministrazione abbiamo realizzato molte iniziative, sia a livello di prevenzione, sia di servizi, a tutela delle donne. Sembra tuttavia che più si agisce, più emergono fatti tragici di violenza di genere. Occorre ragionare su questa deriva, soprattutto a livello educativo, ad iniziare dai bambini piccoli. Un’educazione che deve avvenire anche in casa, con i genitori che devono dare il giusto esempio del valore del rispetto e dell’uguaglianza, anche nelle semplici mansioni domestiche, abituando i figli a ricevere anche dei “no”. L’auspicio rimane quello di lavorare in un’ottica di prevenzione già dalle giovani generazioni, per costruire una cultura del rispetto.

Le azioni concrete, come questa panchina, sono simboli importanti che sollecitano una riflessione, ma se un adulto non è stato educato ad accettare un “no” e la frustrazione conseguente, rischia di essere un adulto incapace di dominare i propri impulsi e i propri istinti».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci