MANIAGO - «Un percorso lungo e spesso difficile del quale però non cambierei nulla, perché mi ha regalato un’esperienza unica al mondo»: Maria Coassin racconta i 25 anni del suo Gelatiamo, gelateria e pasticceria nel centro di Seattle, nello stato Usa di Washington.
GLI INIZI
Aveva 28 anni quando è partita.
L’ARTE DEL GELATO
Nel frattempo papà e fratelli continuavano a farle visita e a incitarla. «È stato proprio papà a mettermi in testa l’idea di aprire una mia attività - racconta Maria -. Dopo una ricerca di mercato ho cominciato a tornare per brevi periodi in Italia per fare scuola, imparando l’arte del gelato e della bilanciatura delle ricette da un grande gelatiere, Pino Scaringella, una persona incredibile che mi ha insegnato tanto. Il gelato è facile da realizzare, ma creare una ricetta è tutt’altra cosa. Grazie a Pino ho imparato la chimica che si nasconde dietro a un gelato, la trasformazione e il trattamento delle sue materie prime: una scienza che mi ha affascinato molto». E se il gelato Maria l’ha imparato da un maestro, lo stesso si può dire della pasticceria: tutti i dolci venduti da Gelatiamo sono ricette della famiglia Coassin, che vanta più di un secolo di storia. «Tuttora mi confronto spesso con Antonio e Romano, i miei fratelli: scambiamo consigli e ricette».
IL LOCALE
Ha scelto di aprire nel centro finanziario della città: voleva essere in contatto con gente che viaggia molto e conosce già il prodotto. «Ma senza l’aiuto della mia famiglia non sarei arrivata da nessuna parte: quando ho aperto, nel 1996, pagavo il 12% di interessi sul prestito che avevo ottenuto, una cifra altissima perchè negli Usa non avevo una storia finanziaria - spiega -. Ho voluto ricreare un ambiente completamente italiano, ma nel farlo mi sono data la zappa sui piedi: l’eleganza del locale, in un quartiere all’epoca in via di sviluppo, lo faceva apparire come un posto di lusso e scoraggiava le persone dall’entrare. La novità della nostra offerta non è stata colta subito: la gente, all’inizio, credeva vendessimo cream cheese bagels. L’americano, all’epoca, non era abituato a vedere il nostro gelato alto e morbido in vetrina, ma in contenitori di cartone, circondato da ghiaccio e con colori fosforescenti. Ci sono voluti ben quattro anni prima che l’investimento venisse ripagato ed andassimo in pari».
IL SUCCESSO
«La svolta è arrivata quando ho acquisito dei clienti per la vendita all’ingrosso: questo mi ha dato la possibilità di ammortizzare i costi - afferma Maria -. Dei clienti, in particolare, avevano appena rilevato una catena di pizzerie da asporto e mi hanno chiesto di fornire loro il mio gelato: ne è nato uno splendido rapporto professionale che prosegue tuttora. Dopo 21 anni è ancora florido e ci porta a produrre 2.500 pinte di gelato a settimana per soddisfare i bisogni di 28 location». Nel 2017 ha spostato la produzione, rimasta rigorosamente artigianale, dal locale ad un centro apposito. «Lì produciamo il gelato per l’ingrosso, mentre in negozio continuiamo a preparare il gelato ed i dolci per la vendita al dettaglio - conclude l’imprenditrice friulana -. Quando possibile utilizziamo prodotti organici e locali: in questo Paese non esiste solo il fast food, al contrario. Abbiamo prodotti di eccellenza nelle campagne che circondano la città».