Il cambiamento sta avvenendo, ma la prudenza non è mai troppa.
NUMERI
Secondo i dati Istat il numero di occupati supera le 520mila unità (+2% rispetto al 2021 e +2,6 rispetto al 2018). Il tasso di occupazione è pari al 68,5%, con i maschi al 75% e quello femminile al 61,9%, tra i più alti in Italia. «La domanda di lavoro non è mai stata così elevata», fa sapere Corvino: il numero di richieste di lavoratori è pari a 108mila circa nel 2022 (+11,2% rispetto al 2019), mentre il tasso di difficoltà di reperimento è salito dal 34,5 del 2019 al 48,3 del 2022. Significa che, complessivamente, quasi una richiesta su due è difficile da reperire. Per ciò che riguarda i dati delle assunzioni dei rapporti di lavoro, «non è mai stato così alto, con oltre 266mila assunzioni (+10,2 dal 2021, +13,4 dal 2019)». Di queste, oltre 28mila sono a tempo indeterminato (+10,2 rispetto al 2021, +52,3 rispetto al 2020). «La crescita imponente del Pil in Friuli Venezia Giulia nel 2021 (+7%) e 2022 (+3% circa) – prosegue il responsabile dell’Osservatorio - ha impresso all’occupazione una spinta che non si vedeva da anni e che probabilmente durerà ancora nel corso del 2023».
CRITICITÀ
Precarietà del lavoro, questione generazionale giovanile e quella femminile. Sono queste le criticità su cui Corvino si sofferma, partendo dal fatto che, da circa dieci anni a questa parte, oltre il 70% delle assunzioni non avviene con contratti stabili. «Sulle grandi dimissioni si è molto scritto - puntualizza - non sono state una fuga dal lavoro, quanto un aumento significativo della mobilità professionale interna tra diverse occupazioni e sintomo di un’offerta di lavoro molto più attenta alla qualità delle condizioni di impiego».
Tra le maggiori criticità c’è la difficoltà di reperimento, a volte “drammatica”, di lavoratori qualificati da parte dei datori di lavoro. Sulla questione femminile, «il gap occupazionale tra uomini e donne si sta riducendo, anche grazie alle politiche di conciliazione. È importante sottolineare - afferma Corvino , che in regione il gender gap complessivo è più basso rispetto ad altre regioni, ma comunque pari a circa al 13,1 per cento». Passando alla questione giovanile, invece, il dato è che la quota di lavoro a termine è salita dal 9,2% del 2004 al 15,4% del 2022. Ma quanto vale veramente la precarietà? È stato un trampolino di lancio oppure una trappola? «Per molti giovani di 20 anni fa è stata una trappola, che ha creato le condizioni per la spostamento”fuga” dei nostri giovani in altri contesti lavorativi». Secondo Corvino siamo comunque «in un momento propizio per il mercato del lavoro, ma le retribuzioni non si stanno adeguando all’eccesso di domanda di lavoro, i gruppi “svantaggiati” sono giovani, giovani adulti e donne ed occorre chiedere al mondo della imprese un maggiore sforzo per tramutare in investimento la questione dell’inserimento del personale, che non può essere considerato solo un costo».
È, ancora, la regressione demografica che contribuisce a generare le difficoltà di reperimento della manodopera. Infine, alcune proposte: trasformare le misure di welfare da vincolo in opportunità, potenziare i servizi per il lavoro e pensare a progetti e modalità per spingere i giovani alla maggiore autonomia nei propri percorsi di vita e professionale, oltre che reintrodurre forme di passaggio all’età adulta, come il Servizio civile obbligatorio e remunerato simbolicamente.