PORDENONE - La centrale energetica del nuovo ospedale Santa Maria degli Angeli di Pordenone è entrata parzialmente in funzione meno di un mese fa. È quello che viene definito il “polo tecnologico” del blocco sanitario del futuro. Da un comignolo posto sulla cima dell’edificio che ospita il complesso energetico, però, esce praticamente di continuo un fumo grigio, a momenti tendente al nero. E alcuni cittadini che vivono in vial Rotto (siamo alle spalle del polo sanitario, sul lato opposto rispetto a quello di via Montereale) hanno già segnalato un aumento delle polveri nelle pertinenze delle loro abitazioni.
COSA SUCCEDE
Il fumo che esce dalla canna fumaria del nuovo ospedale Santa Maria degli Angeli è più visibile all’imbrunire, quando il contrasto con il cielo scuro si fa evidente. Ma gli effetti, secondo i cittadini che hanno messo su carta le loro preoccupazioni, si sentono tutto il giorno. A venire in soccorso, fornendo una spiegazione tecnica, è in questo caso il responsabile unico di progetto del nuovo ospedale, cioè Luca Bonadonna. Il fabbricato in questione è quello più vicino a vial Rotto. «È chiamato il polo tecnologico del nuovo ospedale di Pordenone - spiega l’ingegnere a capo del progetto - e il fumo che si vede e che hanno notato i cittadini è un prodotto per così dire misto: si tratta infatti di residui di combustione e vapore». E la prima spiegazione è fornita. Ma cosa c’è, concretamente, all’interno del blocco che si affaccia su vial Rotto e i cui sistemi sono entrati in funzione da meno di un mese? Nel dettaglio, i locali ospitano tutti i macchinari che servono alla trasformazione e alla diffusione dell’energia del nuovo polo sanitario.
LA CENTRALE TERMICA
«È il vero e proprio cuore tecnologico del nuovo ospedale di Pordenone - va avanti ancora il Rup Luca Bonadonna -. Quelle che si vedono sono le canne dei bruciatori e dei generatori di vapore. All’interno - prosegue la spiegazione - ci sono due generatori di vapore e le caldaie a gas metano. Quindi quello che si vede è composto nel dettaglio da vapore e da prodotti di combustione del gas metano. Nel percorso di realizzazione del nuovo ospedale di Pordenone sono state seguite tutte le direttive e abbiamo ottenuto ogni autorizzazione di stampo ambientale per il progetto. Le emissioni, quindi, sono assolutamente controllate e a norma di legge - è la precisazione dell’ingegnere che ha in mano le chiavi del cantiere -. Abbiamo iniziato ad accendere due caldaie su cinque, da circa un mese. I macchinari servono nello specifico alla conversione dell’energia dal gas all’elettrico - spiega ancora Bonadonna - ma anche alla produzione di acqua calda che viene poi utilizzata sia in ambito medico che per gli usi comuni in tutto il nuovo Santa Maria degli Angeli di Pordenone.