TRIESTE - Dopo 23 anni di esplorazioni e scavi nella grotta denominata Luftloch (dal tedesco 'grotta che respira'), il cui accesso si apre sul fondo di una dolina di Trebiciano, nel Carso triestino, gli speleologi della Società Adriatica di Speleologia (SAS) hanno finalmente raggiunto un nuovo tratto inesplorato del fiume sotterraneo Timavo.
Quest’ampio vano sotterraneo presenta delle dimensioni ragguardevoli: altezza massima quasi 50 metri, lunghezza di circa 100 metri, e almeno 30 di larghezza. La grotta Luftloch entra così a far parte delle pochissime grotte del Carso che superano i 300 metri di profondità. Ma non solo, l'esplorazione dovrà continuare nei prossimi mesi, poiché non è stato ancora possibile raggiungere il punto di arrivo dell'acqua. Il fiume infatti divide in due parti l'ampia caverna in cui sono appena scesi gli speleologi. In questa fase esplorativa non è stato possibile superare il corso d’acqua che in questi giorni presenta una notevole portata. La sorpresa più grande, però, potrebbe arrivare dal lago di uscita del fiume nella caverna. L'acqua, invece di sparire in un sifone, si immette in una lunghissima galleria. Nel corso della prossima esplorazione si renderà necessario l'utilizzo di canotti, così da avanzare sulla base dell’unico dato finora raccolto: con il misuratore laser, la galleria risulta lunga almeno 50 metri. Oltre questa misura lo strumento va fuori scala e non consente più la lettura.
E' fuori dubbio che la nuova grotta riserverà ancora molte sorprese: con questa scoperta si aprono infine nuove possibilità di prosecuzione anche per gli speleosubacquei impegnati nell'esplorazione del Timavo. Fauna ipogea e campionamenti. Nel corso dell'esplorazione sono stati osservati numerosi protei, ed altri animali tra crostacei ed insetti adattati alla vita in questi ambienti: segnale della buona salute delle acque. Sono state campionate acque argille e sabbie, per analisi mineralogiche, batteriologiche e sulla presenza di inquinanti e microplastiche.