Riforma sanitaria: consegnate 2500
firme per l'abrogazione della legge

Giovedì 26 Maggio 2016 di E.B.
Riforma sanitaria: consegnate 2500 firme per l'abrogazione della legge
TRIESTE -  Parte l'iter referendario per abrogare la riforma sanitaria Serracchiani-Telesca: sono state consegnate oggi in Regione 2559 firme, raccolte in tutto il territorio della Regione dai Comitati locali per la difesa della sanità.  I Comitati hanno raccolto in qualche settimana le sottoscrizioni (ne sarebbero bastate 500) in tutte e cinque le circoscrizioni elettorali del territorio regionale. «Il coinvolgimento dell’intero territorio regionale - si legge nella nota - dimostra quanto il malcontento sia diffuso e si stia amplificando sempre di più». I Comitati di Trieste, Gorizia - Monfalcone, Latisana, Cividale, Gemona, Grado, Maniago e Sacile, confluiti nel Comitato Referendario per l’abrogazione della Legge sulla Sanità del FVG «dopo svariate azioni di protesta e tentativi di dialogo nelle sedi istituzionali, non ottenendo un confronto positivo e risposte adeguate, hanno ritenuto di seguire la strada più estrema: la richiesta di abrogazione».

«Pesanti tagli di posti letto e reparti, di funzioni e servizi, di prestazioni e di personale, nonché a vari tentativi di depauperamento di alcune delle “eccellenze” in materia - denunciano i comitati all'unisono - sono stati chiusi gli ospedali per acuti di Gemona del Friuli, Sacile, Maniago e Cividale, dei loro reparti di medicina e pronto soccorsi, contribuendo ad indebolire il sistema dell'emergenza. Ci sono pesanti tagli agli ospedali di Latisana e Gorizia, che ad esempio perdono il punto nascita; a Trieste, sia all’Ospedale di Cattinara che a quello infantile Burlo Garofolo, intaccato nella sua eccellenza con gravi ridimensionamenti; e non ultimi figurano gli smantellamenti del sistema del 118, già avvenuti a Monfalcone e ancora sotto minaccia a Grado. E si sottolinea che tutto ciò non è opinione isolata, ma proteste analoghe sono state avanzate anche dai Sindacati dei medici e degli infermieri».

Adesso spetta all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale decidere entro trenta giorni dalla sua presentazione e deliberare all'unanimità. Se non viene raggiunta, l'argomento è iscritto di diritto all'ordine del giorno della seduta del Consiglio regionale immediatamente successiva.




 
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