TREVISO – Truffe sempre più sofisticate.
Sul cellulare della vittima arriva una telefonata e sul display compare il numero di telefono dei carabinieri della stazione trevigiana, oppure di un altro comando. Ma sempre di carabinieri. Insieme alla telefonata viene fatto presente al malcapitato di turno che c’è un attacco hacker in corso. Oppure che il figlio o la figlia hanno causato un incidente. Ne consegue la richiesta di informazioni sui conti correnti bancari dei poveri che si fidano, fanno quanto richiesto e quando scopriranno che al telefono non c’erano i carabinieri sarà troppo tardi. I conti correnti saranno stati prosciugati e sarà veramente difficile riuscire a mettere nuovamente le mani su quel tesoretto risparmiato con le economie di una vita.
LA TECNICA
La tecnica messa in campo dagli abili informatici ha un nome, si chiama “Spoofing” che, di fatto, significa falsificare l’identità, in questo caso del truffatore. A Treviso hanno colpito un paio di volte. In un caso hanno convinto un 60enne trevigiano, che aveva un conto alle Poste, a versare i 4mila euro depositati su un altro conto corrente. «È in corso un attacco hacker e i suoi soldi non sono al sicuro» hanno detto all’uomo, spacciandosi per un dipendente della Poste. «I carabinieri stanno indagando e sono qui, in sede, alle Poste. Tra un po’ verrà contattato dalla caserma di riferimento e le spiegheranno cosa dovrà fare». Effettivamente, poco dopo, il 60enne riceve una telefonata e sul suo display compare il numero di telefono della caserma dei carabinieri. Come non fidarsi. L’uomo segue alla lettera le indicazioni che gli vengono fornite da un complice del primo truffatore. Quest’ultimo si qualifica come carabiniere. Così il 60enne preleva l’intera somma convinto di metterla al sicuro. Invece, la travasa nel conto dei malviventi che prosciugano il versamento e spariscono. In un altro caso hanno preso di mira un’anziana madre dicendole di essere carabinieri sul luogo di un incidente causato dal giovane. Per evitare guai più seri al pargolo bisogna pagare liquidando il ferito. Anche in questo caso si tratta di truffatori che spariscono dopo aver ottenuto quello che vogliono.
I CONSIGLI
I militari dell’Arma invitano gli utenti a non fornire dati a sconosciuti e a non farsi convincere a dare soldi o a dirottare i propri averi su conti correnti sconosciuti. In caso di dubbi o sospetti è sempre meglio mettersi in contatto con il 112, chiedendo all’interlocutore di attendere.