Papa Francesco a Montorio riceve la lettera di Monica Busetto, la mestrina condannata per l'omicidio della dirimpettaia gli ha rivelato la sua verità

Domenica 19 Maggio 2024 di Davide Tamiello
Papa Francesco a Montorio riceve la lettera di Monica Busetto, la mestrina condannata per l'omicidio della vicina gli ha rivelato la sua verità

VENEZIA - Ha passato giornate intere a pensare cosa scrivere. Non è stato facile, ma alla fine ce l'ha fatta: in quella lettera ha voluto racchiudere tutta la sua storia, passo dopo passo, in un racconto che l'ha costretta a rivivere questi 12 anni di sofferenza. Monica Busetto, la 62enne mestrina condannata a 25 anni per l'omicidio della vicina di casa, Lida Taffi Pamio, è stata selezionata tra quel centinaio di detenuti che ha potuto pranzare con Papa Francesco nel carcere di Verona Montorio. In una "scatola dei pensieri" che è stata consegnata al pontefice Busetto ha chiuso la lettera e il libro che ripercorre la sua vicenda giudiziaria (l'unico che ha ricevuto Francesco) scritto da Massimiliano Cortivo e Lorenzo Brusattin. L'operatrice socio sanitaria ha pranzato nel tavolo a fianco a quello del Papa. Nello stesso carcere è rinchiuso anche Filippo Turetta, l'omicida della 22enne di Vigonovo Giulia Cecchettin.

A lui, però, non è stato concesso l'incontro con il pontefice.

IL DELITTO PAMIO

La vita di Monica Busetto cambia radicalmente il 20 dicembre 2012: l'87enne Lida Taffi Pamio viene brutalmente uccisa nel suo appartamento di viale Vespucci a Mestre. La squadra mobile di Venezia inizialmente arresta Busetto, poi condannata in primo grado a 24 anni di carcere. Nel gennaio del 2016 ecco la svolta: la notte di Capodanno viene arrestata Susanna "Milly" Lazzarini per l'omicidio di un'altra anziana, Francesca Vianello. La donna confessa di aver ucciso anche la signora Taffi Pamio. Busetto viene scarcerata ma in appello arriva la condanna all'ergastolo (poi ridotta a 25 anni dopo il ricorso in Cassazione). Per gli investigatori prima e per i giudici poi, la prova regina della colpevolezza dell'Oss mestrina sarebbe appunto il Dna della vittima (3 picogrammi, ovvero 3 bilionesimi di grammo) ritrovato su una catenina all'interno di un portagioie di Busetto. Il processo si era riaperto il 24 gennaio con la richiesta di revisione per il contrasto di giudicati, poi rigettata nell'udienza del 20 marzo scorso: gli avvocati stanno aspettando le motivazioni per presentare ricorso. La curiosità è che in poche settimane papa Francesco ha fatto visita alle due case circondariali in cui sono rinchiuse Milly Lazzarini (Venezia) e Monica Busetto (Verona).

LA GIORNATA

Papa Francesco è arrivato a Verona in elicottero ieri mattina alle 8, nel piazzale vicino allo stadio Bentegodi. Poi ha incontrato un migliaio di sacerdoti a San Zeno. All'uscita, il pontefice ha incontrato cinquemila bambini e ragazzi che si sono radunati per la festa in piazza San Zeno con i loro genitori e catechisti. Dopo la visita all'«Arena di Pace 2024», Francesco ha raggiunto in auto la Casa Circondariale di Montorio dove ha tenuto un discorso agli agenti di Polizia penitenziaria, ai detenuti, e ai volontari. Poi il pranzo con i detenuti. «Per me entrare in un carcere è sempre un momento importante, perché il carcere è un luogo di grande umanità», ha detto Francesco ai detenuti. «Non dimenticate questo: Dio perdona sempre, e perdona tutto». «Conosciamo la situazione delle carceri, spesso sovraffollate, con conseguenti tensioni e fatiche - ha osservato il Pontefice -. Per questo voglio dirvi che vi sono vicino, e rinnovo l'appello, specialmente a quanti possono agire in questo ambito, affinché si continui a lavorare per il miglioramento della vita carceraria». Infine, il momento della preghiera al Bentegodi con oltre 30mila fedeli prima di rientrare al Vaticano. «Una visita importante e storica. È soprattutto importante che si parli di pace, bisogna ricordare il valore della pace, il valore della diplomazia in questo particolare momento storico», ha detto il presidente della Camera, Lorenzo Fontana. «Sono pagine di storia alle quali magari non ci rendiamo conto di partecipare», ha aggiunto il presidente del Veneto Luca Zaia. «Qui c'è un megafono delle tante voci, che già ci sono, di tante persone, delle associazioni, dei movimenti che si stanno impegnando e che possono essere oggi uniti, per capire che non siamo da soli a pensare che una delle alternative possibili è la pace», ha concluso il sindaco di Verona Damiano Tommasi.

Ultimo aggiornamento: 20 Maggio, 08:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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