VENEZIA - Poco più del 60 per cento dei pensionati della provincia percepisce meno di mille euro lordi mensili. Ma tanto meno, visto che l’importo medio delle 240.743 pensioni è di 1057 euro. Di queste, 145.262 hanno un assegno medio di 524,66 euro. Un dato che ricalca la situazione dei pensionati veneto, fotografata dallo Spi Cgil regionale, il quale ha analizzato in profondità la situazione, comune per comune.
In Comune di Venezia l’importo medio delle pensioni è di 1.139,33 euro mensili, ma ci sono altri centri che fanno molto meglio: Marcon (1208 euro), Dolo (1112), Martellago (1192), Spinea (1200) e molti altri. In ogni caso, si parla di importi difficilmente conciliabili con il costo della vita attuale, che tra l’altro sta rincarando in maniera molto pesante negli ultimi mesi: luce (+30%), gas (+15%), latticini (+17%), farine ( + 10- +17%), ortofrutta (+7%), pasta (+20%). Come si può vivere con assegni così modesti? La domanda sorge spontanea, tanto più che la percentuale dei pensionati sotto i mille euro lordi si impenna se parliamo di donne. Più di 8 pensionate venete su 10 (circa 500mila) rientra in questa categoria, contro il 40% degli uomini (195.500). D’altra parte, il divario di genere è evidente anche esaminando solo le medie degli assegni previdenziali complessivi: in Veneto la pensione media dei maschi è di 1.355,24 euro, alle donne arriva invece circa la metà, 711,98 euro. «La situazione è molto preoccupante e lo diciamo da tempo - spiega Giuseppe Di Girolamo, della segreteria dello Spi Cgil del Veneto - Per noi è fondamentale che gli anziani non vedano eroso il proprio potere d’acquisto quindi l’adeguamento delle pensioni all’inflazione deve essere una priorità e su questo fonte non si possono più chiedere sacrifici ai pensionati, come successo troppo spesso negli anni passati. Le pensioni devono ottenere una adeguata rivalutazione». Per i sindacati, poi, la bozza della riforma fiscale dimostra pochissima attenzione per le problematiche dei pensionati. «Fra le nostre rivendicazioni - conclude Di Girolamo – oltre alla riduzione della tassazione sugli assegni previdenziali, che è la più alta d’Europa. L’enorme differenza fra le pensioni degli uomini e quelle delle donne non è più sostenibile e può rappresentare un dramma sociale. Le pensionate, fra l’altro, sono molto più numerose e la maggior parte di loro vive sola. La situazione rischia di sfuggire di mano».