Ferrazzi scrive a Conte «Pili, conflitto d'interesse»

Venerdì 26 Luglio 2019
L'INTERROGAZIONE
MESTRE Tre milioni di euro destinati alla riqualificazione dell'area della stazione di Mestre sono stati dirottati per costruire il ponte di collegamento tra San Giuliano e i Pili. Il senatore veneziano del Pd Andrea Ferrazzi lo scrive in un'interrogazione al presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte chiedendo se ne è a conoscenza. Perché Ferrazzi, assieme ad altri 21 senatori, scrive a Conte per una faccenda che riguarda la stazione di Mestre? Perché quei 3 milioni erano inseriti nel Patto per lo sviluppo della città di Venezia firmato il 26 novembre del 2016 dal sindaco Luigi Brugnaro e dal presidente del Consiglio dei ministri che allora era Matteo Renzi. E anche perché la pista ciclabile sulla quale sono stati dirottati quei soldi sbuca ai Pili, «area della società Porta di Venezia facente capo al sindaco Luigi Brugnaro». E anche se il sindaco ha costituito un blind trust («del quale agli scriventi non risulta documentazione») per conferirvi le sue proprietà, si tratta di beni immobili per i quali, dicono i senatori, il blind trust non è efficace, oltre che non essere previsto dall'ordinamento italiano. In Italia, invece, c'è il testo unico degli enti locali in base al quale «gli amministratori... devono astenersi dal prendere parte alla discussione e alla votazione di delibere riguardanti interessi propri o di loro parenti o affini sino al quarto grado».
Brugnaro, invece, scrivono Ferrazzi e gli altri firmatari, ha preso parte sia al Consiglio comunale del 5 febbraio 2018 «che ha approvato a maggioranza un Ordine del giorno che ha espresso parere favorevole verso un poderoso sviluppo urbanistico della zona dei Pili» (il famoso Consiglio a Mestre in cui il sindaco si alzò platealmente e se ne andò lasciando sul suo scranno la coppa vinta dalla Reyer); e partecipò anche alla seduta di Giunta del 13 febbraio 2018 «che avrebbe deliberato che gli stanziamenti previsti per la Riqualificazione della stazione venissero stanziati per la realizzazione del ponte ciclopedonale. Tale cambio sarebbe stato motivato dal fatto che l'Accordo di programma non si sarebbe concretizzato nei tempi previsti, entro il 2020. Invece la stessa Amministrazione soltanto pochi giorni dopo annunciava l'imminente raggiungimento dell'Accordo». (e.t.)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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