Sul contratto figurano come compensi per realizzare pubblicità sulla compagnia di navigazione, 240 mila euro in due anni. Il sospetto è che quei soldi siano invece finanziamenti politici mascherati, elargiti dall'armatore Vincenzo Onorato al fondatore del M5s Beppe Grillo. I due sono amici da decenni e ora anche indagati dalla Procura di Milano con la medesima accusa: traffico di influenze illecite, messo in atto «tra marzo 2018 e febbraio 2020».
PARLAMENTARI COINVOLTI
L'armatore, secondo i pm, avrebbe chiesto a Beppe Grillo una serie di interventi a favore di Moby spa, una mossa disperata per salvare la società affondata sotto il peso di debiti per 198 milioni di euro, ammessa al concordato preventivo e al centro di un'inchiesta per bancarotta.
Richieste, spiegano i magistrati, che il leader dei Cinquestelle «ha veicolato a esponenti politici, trasferendo quindi» all'armatore «le relative risposte».
IL CONTRATTO
Il decreto di perquisizione fa i conti in tasca a Grillo, che ha percepito 120 mila euro all'anno sia nel 2018 sia nel 2019 «apparentemente come corrispettivo» per diffondere «su canali virtuali», come il sito beppegrillo.it, messaggi pubblicitari e contenuti redazionali per il marchio Moby, con interviste a testimonial «da pubblicare anche su Facebook, Twitter e Instagram». I bonifici però sono stati segnalati come «operazioni sospette» dall'Uif, l'Unità antiriciclaggio di Bankitalia, e dagli approfondimenti successivi è emerso che l'accordo prevedeva «la pubblicazione di uno spot al mese». La sproporzione tra lavoro svolto e cifra incassata ha spinto i pm a verificare se in realtà non si tratti di denaro incassato da Grillo in cambio di appoggi politici a favore di Onorato. E dalle chat sarebbe evidente che il politico abbia fatto avere ai parlamentari del movimento da lui fondato le istanze di Onorato, orientando l'intervento pubblico «favorevole agli interessi» della compagnia di navigazione allora in crisi finanziaria. Inoltre il comico avrebbe anche trasferito all'armatore «le risposte della parte politica o i contatti diretti con quest'ultima». Quanto al contratto tra Moby spa e la Casaleggio associati, prevedeva il versamento di 600 mila euro nel triennio 2018-2020 per la stesura di un piano strategico volto a «sensibilizzare le istituzioni» e la campagna pubblicitaria Io navigo Italiano. Allo stato Davide Casaleggio, legale rappresentante e socio di maggioranza della società, non è indagato.