Toti, Spinelli al governatore della Liguria: «Il 2 per mille è tuo, il resto lo avrai dopo»

La corruzione in Liguria e il nuovo filone sulla sanità

Martedì 14 Maggio 2024 di Claudia Guasco, nostra inviata a Genova
Il presidente della Regione Liguria Giovanni Tori scende dallo yacht di Aldo Spinelli, in una foto d'archivio. ANSA/LUCA ZENNARO

Tra il governatore Giovanni Toti e il re della logistica Aldo Spinelli, stando agli atti dell’inchiesta della Procura di Genova sul presunto sistema corruttivo che ha scosso la Liguria, i rapporti sarebbero stati regolati da «convergenti interessi reciproci».

Lo annota la guardia di finanza, che redige un’informativa dalla quale emergerebbe la necessità del presidente di reperire fondi per la sua campagna elettorale e dell’imprenditore di ampliare il suo impero portuale. Nelle conversazioni captate, il governatore lascerebbe intendere a Spinelli di avere bisogno di finanziamenti. In un’intercettazione di settembre 2021, Toti si congeda così: «Ci sentiamo la settimana prossima, non ti dimenticare di me». Ribatte Spinelli: «No, appena c’è il comitato che va in porto stai tranquillo, ti chiamo subito».

Toti, Spinelli interrogato: «Ho detto tutto, tutto...». Dai vaccini Covid alle mascherine e la sanità privata: i nuovi filoni dell'inchiesta

CANALI UFFICIALI

Affermazioni che per gli investigatori vanno contestualizzate in base alle rispettive priorità: la campagna elettorale di Savona per Toti, l’imminente assegnazione del terminal Rinfuse per Spinelli. E in tema di contributi economici al governatore, l’uomo d’affari mette in chiaro: «Quello ufficiale è il due per mille, tutto il resto dopo». Facendo così riferimento, sottolineano i pm, a un contributo ufficiale e a uno non altrettanto cristallino da erogare in un secondo tempo. Ma dalle carte emerge anche la volontà, ed è su questo che punta la difesa del presidente, che ogni versamento seguisse i canali ufficiali. Il primo settembre 2021 Toti dà indicazioni alla sua collaboratrice: «Mandi alla segreteria di Spinelli i documenti dove vogliamo che faccia un versamento, che lo fa normale, come tutti gli altri insomma». Cioè tracciati con causale «erogazione liberale» ed è proprio la gdf a rimarcare che le somme ricevute venivano «utilizzate per sostenere spese correlate all’attività politica di Toti e dal proprio entourage». Sanità privata, i laboratori convenzionati e anche le dotazioni di mascherine e dispositivi di protezione sono i nuovi fronti emersi nel corso dell’indagine, come l’ipotizzata maxi frode da un milione e 200 mila euro sulle forniture sanitarie durante il Covid. In particolare le mascherine, merce rara in pandemia, ma anche camici e sovrascarpe per gli ospedali. Punto di riferimento per diventare fornitori delle scuole, quindi della Regione, secondo l’accusa sarebbe stato Domenico Cianci, numero uno di preferenze alle regionali del 2020. Viene captata una conversazione: «E con Cianci se si arrivasse a Toti, visto che abbiamo anche le mascherine da bimbo, adesso sarebbe un bel colpo, eh? Le stanno cercando da fare paura». Chiede l’interlocutore: «Ma per le scuole, dici?». E l’altro conferma: «Lì si parla di milioni di pezzi. Visto che lui vuole una mano, una mano lava l’altra e tutte e due lavano il viso». Uno stralcio di inchiesta nel quale Toti non è indagato, mentre è stato iscritto per falso con il suo capo di gabinetto Matteo Cozzani in un altro filone avviato verso l’archiviazione: per la Procura avrebbero mentito sui dati degli anziani per ottenere più vaccini. I magistrati stanno approfondendo il fronte della sanità, la cui delega è stata in capo a Toti fino a ottobre 2022, e passano al setaccio tutte le erogazioni fatte alle fondazioni del governatore da parte di imprenditori legati alle cliniche private e ai laboratori di analisi convenzionati.

 

 

ARPIONARE DRAGHI

L’ipotizzata corruzione per le concessioni del porto resta il cuore dell’inchiesta e dagli atti si evince che l’imprenditore Aldo Spinelli volesse aggiudicarsi anche qualche «area dell’ex Ilva». Seduto al tavolino di un bar vagheggia la possibilità, il presidente dell’Autorità portuale Paolo Emilio Signorini non lo esclude: «Se il ministro aiutasse...». Spinelli è già proiettato verso l’obiettivo: «Bisogna andare da lui allora!». Ma per il presidente del porto non è la soluzione, «ieri glielo abbiamo detto, è venuto qua... non è buono». Così propone un piano: «Bisogna riuscire ad avvicinare il presidente Draghi». I due sanno che «Toti dice che ha un bel rapporto con lui», tuttavia Signorini è scettico: «Un conto è parlare, un conto è arpionarlo». Tra le varie utilità che Signorini avrebbe ricevuto da Spinelli in cambio di pratiche pilotate c’è anche il pagamento di una parte della festa di matrimonio di sua figlia. «Ti ricordi Ruby, col Rolex?», la butta lì il presidente dell’Autorità riferendosi ai regali fatti da Silvio Berlusconi a Karima El Mrough. «Ma no, un Rolex da cinquantamila euro no, ma un regalo da 3.200 euro lo può fare chiunque».

Ultimo aggiornamento: 10:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA