La nuova frontiera dei truffatori: fingersi operatori sanitari per sottrarre oro ai pazienti anziani in pronto soccorso.
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IL COLPO
A chiamare il 112 è stato proprio l’addetto alla vigilanza il quale, all’arrivo degli agenti delle volanti, ha raccontato di essere stato chiamato da una paziente che aveva visto la 41enne, vestita da paramedico, che si era fatta consegnare dell’oro da un’altra donna ricoverata, anziana e disorientata. Il vigilantes aveva quindi raggiunto la finta operatrice chiedendole spiegazioni. Quest’ultima aveva raccontato che la donna ricoverata sarebbe stata una sua conoscente e, dopo averla portata in ambulanza, le avrebbe chiesto di togliere l’oro per consegnarlo al marito perché doveva effettuare una tac.
Quindi la guardia giurata era andata a verificare la versione della “furbetta” prima dalla vittima, poi dal marito: nessuno dei due aveva mai visto prima di allora la 41enne. Nel frattempo la guardia giurata aveva contattato il posto di polizia del nosocomio e la donna, vedendosi scoperta, aveva tentato la fuga prima restituendogli gli anelli e poi spintonandolo. Ma non c’era riuscita grazie all’intervento di un altro addetto alla vigilanza.
I TESTIMONI
Zoppicante anche la spiegazione della “furbetta” sul suo impiego lavorativo. All’agente del posto di polizia dell’ospedale ha detto di prestare servizio come paramedico a bordo del 118, ma, arrivata la richiesta di esibire il tesserino, ha dichiarato di averlo perso e non ancora denunciato.
Gli agenti hanno poi ascoltato la testimone che per prima ha dato l’allarme, una paziente romana di 53 anni che, insospettita di quanto aveva visto fare alla presunta operatrice del 118, prima di chiamare la vigilanza aveva chiesto agli altri infermieri se la 41enne fosse una loro collega ma sembrava che nessuno la conoscesse, di qui la chiamata alla guardia giurata.
Sono stati poi ascoltati anche la vittima e il marito, anche loro hanno detto di non aver mai visto la donna prima di quel momento. Non solo, il marito della donna ha anche affermato che non gli era mai stato comunicato che la moglie dovesse fare la Tac.
La donna è stata così arrestata con l’accusa di truffa aggravata e tenuta una notte nelle camere di sicurezza della questura in attesa del processo per direttissima che si è svolto ieri mattina nel tribunale di Roma. Alla fine dell’udienza di convalida il pubblico ministero, Gianluca Mazzei, ha chiesto e ottenuto dal giudice la custodia cautelare in carcere per la 41enne, che già vantava un obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, due volte al giorno, per altri reati commessi in precedenza.