Troppo forte, troppo sicura, troppo veloce, troppo fredda, troppo brava.
SUPERIORE
La finale praticamente non c’è: Iga strappa il break del 2-1 già dopo 10 minuti e non lascia più la presa. Comanda gli scambi e il punteggio, fa correre di qua e di là del campo la possente Aryna, la spompa, le impedendisce di colpire coi piedi ben piantati in terra, e poi la infila sistematicamente nell’angolo più scoperto. Spegnendo comunque tutte le palle break (7/7), portando sull’8-3 il bilancio con la bielorussa (5-1 sul rosso) e cancellando tutte le speranze che la potente tigre di Minsk aveva cullato a Madrid: l’anno scorso quando aveva inflitto l’ultima sconfitta alla regina (seguita da 9 finali vinte sul Tour!) e due settimane fa quando aveva persa per 9-7 al tie-break del terzo set, dopo 3 ore, mancando 3 match point.
GAMBE
La regina ha gambe sensazionali che le consentono di arrivare sempre al meglio sulla palla e di colpirla sempre in equilibrio. Da miglior atleta, risparmia anche attentamente le energie senza cedere set a Roma, sfruttando così il miglior arsenale tecnico e frustrando sempre più con l’andare dei minuti la povera Aryna. Che, arrivata al Foro acciaccata alla schiena, strada facendo, ha dovuto far ricorso due volte al terzo set, e l’ha spuntata solo per 9-7 al tie-break decisivo contro Elina Svitolina. Quando pensava di ritirarsi: «Sono stata fortunata, ho avuto un giorno in più per riprendermi, quindi sono comunque contenta di come sono andate le cose a Roma». Iga è di più, molto di più: la polacca che compie 23 anni il 31 del mese, firma il titolo WTA numero 21 in 25 finali, il quarto stagionale (più di tutte, anche come match: 38), è al 77° successo sul “rosso” in 87 match. Pur ancora così giovane, ha un rendimento al livello delle più grandi del tennis.
DOPPIO DOPPIO
La coppia Bolelli-Vavassori cede in semifinale 6-2 7-6 contro il binomio più affiatato, Arevalo-Pacic, sfiorando l’accesso almeno al super tie-break, ma potendo ancora cullare molte speranze di qualificarsi all’Olimpiade: «Un vantaggio poter giocare sempre insieme, mentre altre coppie cambiano per trovarsi con compagni di altre nazioni». Oggi Sara Errani, insieme a Jasmine Paolini, cerca di bissare il successo del 2012 insieme a Roberta Vinci, contro la coppia Gauff-Routliffe (Usa-Nzl). Nella finale del singolare maschile (ore 17) Sasha Zverev, contro la sorpresa cilena Nicolas Jarry, è favorito per replicare il trionfo 2017, quando, a 20 anni, irrompeva come un uragano nel tennis mondiale dominando in finale Djokovic. Proprio al Foro potrebbe ora riaprire il discorso al vertice interrotto al Roland Garros 2022 quando si distrusse una caviglia nella semifinale contro Nadal.