I gay in piazza per "svegliare" l'Italia,
ma i vescovi li bacchettano

Martedì 26 Gennaio 2016 di Roberto Cervellin
Il 23 gennaio in piazza dei Signori ha avuto luogo una manifestazione per i diritti civili

VICENZA - Hanno portato sveglie, orologi e bandiere arcobaleno. Il 23 gennaio in piazza dei Signori, cuore di Vicenza, è andata in scena la mobilitazione dei movimenti gay e lesbiche a favore dei diritti civili. Una manifestazione pacifica e colorata per dare la sveglia al parlamento in vista della discussione del ddl Cirinnà, in aula dal 28 gennaio. "L'Italia è uno dei pochi paesi europei che non prevede nessun riconoscimento giuridico per le coppie dello stesso sesso - hanno urlato - Gay, lesbiche, bisessuali e transessuali non godono delle stesse opportunità degli altri cittadini italiani pur pagando le tasse come tutti. Una discriminazione insopportabile, priva di giustificazioni. Il desiderio di ogni genitore è che i figli possano crescere in un paese in cui tutti abbiano stessi diritti e doveri. Chiediamo al governo e al parlamento di guardare in faccia alla realtà".

In piazza c'era anche il consigliere delegato alle pari opportunità Everardo Dal Maso: "Una nazione evoluta e democratica come la nostra non può più essere carente nella tutela delle coppie omosessuali - ha detto - Siamo il fanalino di coda in Europa. I cittadini sono pronti a una svolta politica che porterà migliaia di persone a vedersi riconosciuti diritti di cui sono stati privati".

Ma a bacchettare le associazioni Lgtb - acronimo di lesbiche, gay, bisessuali e transgender - ci pensano i vescovi della Conferenza episcopale del Triveneto. In un documento firmato tra gli altri da monsignor Beniamino Pizziol e dai vicentini Adriano Tessarollo e Pierantonio Pavanello, vescovi di Chioggia e Adria-Rovigo, sostengono che "la famiglia fondata sul matrimonio e intesa come unione stabile, fedele e aperta alla vita tra uomo e donna vada salvaguardata in modo netto e deciso". E precisano: "Altre forme di legami affettivi tra persone anche omosessuali sono per loro natura diverse e vanno considerate diversamente dal rapporto d'amore tra uomo e donna che, nel matrimonio, creano famiglia e vivono un impegno disponibile alla procreazione. A chi vive altri legami affettivi vanno riconosciuti i diritti individuali della persona.

Ma altra cosa sono i diritti del matrimonio".

© RIPRODUZIONE RISERVATA