Acc, c’è il giorno della verità: il 25 marzo si va dal giudice

Lunedì 16 Marzo 2020 di Andrea Zambenedetti
I lavoratori di Acc davanti la sede del ministero dello sviluppo economico a Roma

C’è la data della svolta per lo stabilimento Acc di Villa di Villa: è il 25 marzo, sei mesi esatti dopo l’annuncio dei cinesi di Wanbao di voler chiudere i rapporti con Mel. Alle ore 13 il tribunale fallimentare di Venezia, presieduto dalla dottoressa Daniela Bruni, esaminerà l’istanza per la gestione commissariale, poi emetterà la sentenza. Un provvedimento che dovrà contemplare anche la nomina del commissario giudiziale. Lo farà di concerto con il ministero dello sviluppo che solitamente, in questi casi, si limita ad inviare una relazione.
TELECONFERENZA
Con ogni probabilità l’udienza si terra con i mezzi tecnologici per permettere che si evitino assembramenti. Tecnicamente l’udienza dovrà stabilire anche se conferire al commissario i poteri di gestione. Una via che appare scontata per Acc, considerando che la proprietà cinese si è detta disponibile a mettere la fabbrica immediatamente a disposizione di un commissario.
LA FIGURA
Sul nome di chi sarà al timone come commissario ci sono pochi dubbi fin da quando c’è stato l’annuncio dei cinesi di volersi ritirare. Il nome è quello di Maurizio Castro, già parlamentare e manager di grande esperienza specializzato in particolare nel settore del freddo. Il ministero ha già detto che punterà su Castro. Toccherà a lui il difficile compito di rimettere in piedi l’azienda e individuare un possibile acquirente. Ciò che è certo è che la decisione del tribunale potrebbe portare ad almeno altri diciotto mesi di operatività e visto che le commesse a Mel non mancano potrebbe garantire la possibilità di individuare un nuovo acquirente. 
CONTESTO INTERNAZIONALE 
Se sul fronte della “procedura”, come viene definita tecnicamente, la fissazione dell’udienza rappresenta un passo in avanti accolto con favore anche dai sindacati («Un segno di sensibilità del Tribunale» l’ha definito Stefano Bona, segretario della Fiom Cgil), non vanno dimenticati gli scenari internazionali. Sullo sfondo ci sono le incognite legate all’approvvigionamento di materie prime per Acc e ora c’è l’allarme coronavirus. Ma fonti ministeriali ricordano che ci sono anche «delle commesse che sono state promesse a Acc». Nei mesi scorsi si era addirittura fatta strada l’ipotesi che per far fronte alle esigenze dei volumi richiesti durante il periodo commissariale l’azienda avrebbe potuto anche riassorbire parte dei dipendenti dichiarati esubero durante gli ultimi dodici mesi. Una sorta di diritto di prelazione, rispetto a nuovi innesti, che è stato vagliato a fondo anche dai sindacati che hanno incontrato i loro ex iscritti per raccogliere la loro disponibilità a rientrare nel vecchio posto di lavoro e per capire se qualcuno avesse già trovato nuovo impiego. Se il coronavirus abbia cambiato le condizioni, adesso, è ancora presto per dirlo.
 

Ultimo aggiornamento: 22:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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