Abano. A 61 anni Benetti porta a termine la Namibia Race, una corsa di 250 chilometri nel deserto

«Sento di avere bisogno di qualcosa di diverso. Non so ancora cosa, ma voglio cercare qualcosa che mi possa stimolare ancora a continuare a sfidare me stesso nei prossimi anni»

Martedì 7 Maggio 2024 di Massimo Zilio
Nicola Benetti (foto 4 Deserts Race Series - Onni Cao)

ABANO (PADOVA) - Ha finito la sua fatica nel deserto con il diciottesimo posto assoluto su oltre cento "finisher", ma soprattutto con un bagaglio di emozioni e ricordi impagabile. Nicola Benetti, runner di Abano Terme, è reduce dalla Namibia Race, 250 chilometri in sei tappe tra dune, sabbia e scenari mozzafiato. «Il deserto è bellissimo, davvero ti toglie il respiro - racconta Benetti - Le dune della Namibia, per il loro colore, per le ombre, sono uno degli spettacoli più suggestivi che mi sia mai capitato di vedere. Ero già stato in Namibia, nel 2017, ma allora si trattava della parte settentrionale, questa volta siamo stati in quella meridionale». Anche se lo spettacolo valeva tutta la fatica fatta in sei giorni di corsa, le difficoltà non sono mancate. «Ci sono state tre cose che, assieme, hanno reso durissima la corsa: il caldo, il terreno morbido e il vento contrario. Abbiamo avuto sempre più di 45 gradi, con punte anche di 53, ma non è stata la cosa peggiore. La "sabbietta", il terreno morbido che abbiamo incontrato, rendeva difficilissimo correre.

Ma soprattutto il vento contrario è stato terribile. All'inizio della tappa più lunga (prevista su 82 chilometri e "ridotta" a 76 proprio per il caldo, ndr) mi sembrava tutto perfetto, avevo il vento a favore e andavo in salita come in piano. Poi, dopo qualche curva, ci siamo trovati il vento contro ed è stata una sofferenza, anche dal punto di vista psicologico».

La paura di non farcela e la vita da campo

Tra terreno morbido e vento contrario risultava difficilissimo correre, mentre quelli che hanno affrontato le tappe con le bacchette da camminatori sono stati avvantaggiati. Ciononostante Benetti non è mai sceso oltre la ventesima posizione, segno che anche l'aspetto sportivo conta in queste occasioni. Non a caso i ritirati sono stati il venti per cento dei partecipanti. «Tutti i giorni il demone si faceva sentire con l'idea di non farcela, il pensare "Non ce la faccio più". Non è una questione fisica, io ero preparato e ora sono in piena forma, ho solo una vescica a un piede. Ma capita e bisogna essere preparati anche a questo». Vivere con altre persone queste esperienze serve anche a superare certi momenti. «La vita da campo è una delle cose più belle in queste gare. Devo ringraziare il mio compagno di tenda Alberto Marchesan, con lui ci siamo divertiti un sacco. Questo è il bello delle corse nel deserto: si soffre da soli, ma si ride tutti assieme». In una settimana di deserto capitano anche strane disavventure, come quella successa ad un atleta che dopo una tappa in notturna si è presentato tutto fasciato, con diverse ferite a braccia e volto. «Mi ha raccontato di essere stato investito da una bicicletta, di notte, in Namibia. Non so quante biciclette esistano in Namibia, ma quella che girava nel deserto di notte l'ha investito».

Impresa conclusa

Come detto Nicola Benetti è un esperto di corse nel deserto, passione che lo accompagna da quando nel 2006 ha partecipato alla Marathon des Sables: per lui, a sessantun anni, la corsa è una parte della vita. «Sono appena tornato e ho già voglia di andare a correre - ammette - Come quel demone che arriva ogni giorno in gara, quando torni arriva una piacevole sensazione di benessere e di pace. Quello che vivi in queste occasioni e che ti resta addosso è davvero impagabile. Però adesso voglio prendermi una pausa di riflessione». Ma non per fermarsi, anzi. «Ho concluso con piena soddisfazione, anche sportiva, il mio quattordicesimo deserto. Le soddisfazioni e le emozioni sono sicuramente tante. Però sento anche di avere bisogno di qualcosa di diverso. Non so ancora cosa, ma voglio cercare qualcosa che mi possa stimolare ancora a continuare a sfidare me stesso nei prossimi anni». 

Ultimo aggiornamento: 8 Maggio, 10:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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