Beniamino Zuncheddu assolto dopo 33 anni in carcere: «Mi hanno rubato la vita, ora ho bisogno di un risarcimento»

Sabato 20 Aprile 2024, 10:30 - Ultimo aggiornamento: 22 Aprile, 08:37

Avvocato difensore: «Non certa sua estraneità? Onere prova spetta ad accusa»

«La sentenza dà ragione alla richiesta di revisione nella valutazione della testimonianza di Luigi Pinna: il testimone chiave, che nel 1991 veniva descritto come persona integerrima, di sani principi, che mai avrebbe mentito, in realtà viene descritto come una persona malleabile, pronto a compiacere il prossimo. Proprio ciò che abbiamo sempre sostenuto e che avevano sostenuto i difensori di Beniamino nel 1991: Luigi Pinna aveva accusato Beniamino per compiacere il poliziotto». Lo afferma l’avvocato Mauro Trogu, difensore di Beniamino Zuncheddu, commentando le motivazioni della sentenza dei giudici della quarta sezione della Corte di Appello di Roma che lo scorso 26 gennaio hanno assolto l'ex allevatore di Burcei, tornato in libertà dopo 33 anni di carcere. «Un altro aspetto importante su cui ci viene data ragione è che l’assassino non agì da solo. Da questo punto di vista risultano pienamente condivisibili sia la denuncia che io feci nel 2019, chiedendo nuove indagini per accertare tutti i responsabili, sia le indagini svolte dalla Procura della Repubblica di Cagliari alla ricerca di quei soggetti. Indagini che si sono rivelate dirimenti perché è lì che sono state acquisite le intercettazioni di comunicazioni più importanti - prosegue il difensore - Un aspetto meno condivisibile è quello sulla valutazione dell’alibi. L’alibi serve a dimostrare che l’imputato fosse altrove nel momento in cui il fatto è stato commesso se vi è qualche indizio che potesse essere sul luogo del delitto in quel momento. Ma in questo caso non vi è nessun elemento di prova, nessuno straccio di indizio che Beniamino fosse nell’ovile quando sono stati commessi gli omicidi». «La parte più deludente della motivazione sono le conclusioni - sottolinea l'avvocato Trogu - Infatti, nonostante tutto il castello di accuse contro Beniamino sia crollato, si dice 'l’assoluzione non è piena perché non ha dimostrato la sua totale estraneità ai fatti'. Si tratta di un ragionamento che contrasta con la nostra Costituzione e con la nostra legge processuale. La Costituzione e la Corte Edu contemplano tra i diritti civili fondamentali quello della presunzione di innocenza: fino a che la mia responsabilità non è provata, io devo essere considerato innocente. È l’accusa a dover provare la mia colpevolezza, non io a dover provare la mia innocenza. Sembra di essere tornati indietro di 80 anni» conclude.

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