Granchio blu, danni per 200 milioni: «Sterminato un patrimonio inestimabile»

Venerdì 26 Aprile 2024 di Anna Nani
Granchio blu

PORTO TOLLE - La questione granchio blu nelle lagune del Delta non è ancora risolta. A tal riguardo Ettore Prandini, presidente nazionale Coldiretti ha scritto una lettera al ministro dell'Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste per chiedere nuovi interventi dall'oggetto inequivocabile: "Emergenza granchio blu aggravata dalla mancanza di opere di vivificazione nelle lagune venete, in particolare quella del Delta del Po".
Le richieste di Prandini per far fronte all'emergenza granchio blu sono chiare: «Crediamo sia necessario nominare al più presto un Commissario straordinario per avviare campagne intensive di cattura, incentivando i pescatori, ripristinando gli habitat lagunari nel Delta del Po e riavviando le attività di allevamento con una campagna di semina».

PREOCCUPAZIONE
La preoccupazione del presidente di Coldiretti è massima come spiega nella missiva: "Nonostante gli importanti interventi intrapresi dal ministero la situazione continua a destare forte preoccupazione e malessere tra gli operatori del settore. Il ministero ha già stanziato prima 2,9 milioni di euro per la cattura e smaltimento del granchio blu e successivamente 10 milioni per l'acquisto di seme e messa in protezione degli allevamenti, risorse utili ma non risolutive". L'esigenza è legata alle richieste del territorio aggiunge Carlo Salvan, Presidente di Coldiretti Rovigo e Veneto per avere risposte tempestive rispetto ad un vero flagello per un settore economico di rilevanza per le province di Rovigo e Venezia. A rischio ci sono tuttora migliaia di posti di lavoro e le filiere economiche che devono essere preservate per il valore che rappresentano. Purtroppo, non si parla più solo di ingenti danni, ma del quasi totale azzeramento della biodiversità marina locale: un patrimonio identitario inestimabile».
Al presidente fa sponda Coldiretti Impresa Pesca: «Calcolando che il danno si ipotizza possa aggirarsi intorno ai 200milioni, ma la valutazione non è ancora definitiva visto che il fenomeno è tutt'ora in corso».

Prandini nella lettera rimarca: "Anche l'importante estensione dell'efficacia del Decreto legislativo 102/20024 alle attività di pesca e di acquacoltura, non sembra esplicare in pieno i suoi effetti data la mole di pesca realizzata nel 2023 per evitare che il granchio distruggesse il prodotto in allevamento". Come a dire che sarebbe necessario un intervento più incisivo dato che la situazione che tiene in apprensione solo nel Delta del Po veneto oltre 2.000 tra molluschicoltori e pescatori, con una gran parte dei dipendenti delle cooperative e dei consorzi che si trovano in cassa integrazione.

IMPATTO DEVASTANTE
Coldiretti Impresa Pesca conclude: "L'impatto si riscontra solo nell'Alto Adriatico interessando le regioni Friuli Venezia Giulia, Veneto ed Emilia-Romagna, il centro e sud Adriatico sono al momento solo lambiti dal problema. Le aree di produzione ittica maggiormente danneggiate, con produzioni ridotte fino all'80 per cento sono quelle delle lagune, sacche, e fascia costiera dove sono presenti i più grandi allevamenti di molluschi bivalvi (vongole e mitili) d'Europa". Zona che manco a dirlo corrisponde con quella in cui operano le 14 cooperative afferenti al Consorzio pescatori del Polesine di Scardovari che è stata travolta da una crisi produttiva senza pari che si trova proprio a Porto Tolle.

 

Ultimo aggiornamento: 27 Aprile, 12:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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