L'Arpav: «E' stato un tornado EF4
più forte di quello che colpì Vallà»
Raffiche di vento a 300 km/h

Giovedì 9 Luglio 2015 di Redazione Online
L'Arpav: «E' stato un tornado EF4 più forte di quello che colpì Vallà» Raffiche di vento a 300 km/h
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VENEZIA - Era un tornado EF4 in una scala di questi fenomeni che va da 1 a 5. L’Arpav ha reso nota la relazione tecnica sul tornado di ieri nel Veneziano: «Dopo alcuni giorni con temperature molto superiori alla norma - scrive - il Veneto è stato colpito da una saccatura in quota associata a un vasto sistema depressionario che già aveva colpito nelle ore precedenti il nord Europa e dal transito di un sistema frontale al suolo».

Secondo gli esperti dell’Arpav sono gli elementi che hanno determinato i temporali nelle zone montane e pedemontane di Vicenza, Treviso, Belluno, la pianura di Treviso e quella centrosettentrionale di Vicenza, Padova e Venezia. Tali fenomeni, rileva l’Arpav, sono stati assenti solo sulle province di Verona e di Rovigo. I primi fenomeni temporaleschi avevano interessato in mattinata le zone montane e pedemontane di Belluno, Vicenza e Treviso. Dopo le 15 un esteso sistema temporalesco si è formato sulla pedemontana vicentina e poi si è spostato verso sud est andando ad interessare l’Alta Padovana, i comuni tra Padova Treviso e Venezia e in particolare la riviera del Brenta (tra le 17 e le 17:40 circa), per poi spostarsi velocemente su Mestre-Venezia e infine sul mare dopo le 18.

Altri temporali intensi hanno poi colpito le zone montane e pedemontane di Belluno, Vicenza e Treviso; in tarda serata una nuova linea temporalesca è transitata dalla fascia pedemontana di Vicenza verso la costa centrosettentrionale, per poi lasciare il Veneto dopo mezzanotte.

«TORNADO EF4» - I fenomeni più significativi sono state le frequenti grandinate, con chicchi anche di grosse dimensioni, le forti raffiche di vento e in particolare la tromba d’aria/tornado che ha interessato alcune zone nella riviera del Brenta intorno a Dolo (da una prima sommaria analisi, scrivono gli esperti dell’Arpav, classificabile probabilmente come tornado EF4 secondo la scala Enhanced Fujita (il grado che misura la potenza), le precipitazioni localmente intense, anche se i quantitativi complessivi registrati dall'Arpav non sono stati particolarmente abbondanti. Il tornado sarebbe quindi stato superiore come intensità rispetto alla tromba d’aria che aveva colpito Vallà di Riese Pio X (Treviso) sei anni fa, il 6 giugno 2009.

I quantitativi totali giornalieri più consistenti di pioggia sono stati registrati, come accade frequentemente, sulla fascia pedemontana, tra le province di Vicenza e Treviso, con valori massimi di 50-70 millimetri circa. Il radar di Teolo (Padova) alle ore 11:.30 aveva cominciato a registrare lcuni temporali intensi interessano nelle zone montane e pedemontane della regione. Alle ore 16.20 l’Arpav registra una cella temporalesca intensa sulla pedemontana vicentina. Venti minuti dopo il temporale si sposta verso sud-est, raggiungendo l’Alta Padovana. Altri 40 minuti e il sistema temporalesco raggiunge la provincia di Venezia, toccando i comuni a nordest di Padova. Un’ora dopo, il temporale si sposta verso il mare, mentre sulle zone montane e pedemontane si formano altre linee di temporali che poi si sposteranno verso sud-est, che poi in tarda serata si sposteranno dalle zone pedemontane di Vicenza e Treviso verso la costa centro-settentrionale, andando ad interessare nuovamente alcune zone della pianura che erano già state colpite dai temporali nel pomeriggio.

IL TORNADO Nella relazione dell’Arpav, si spiegano i meccanismi di formazione del tornado. Per la formazione di un tornado, si legge, è necessario avere un sistema temporalesco esteso e imponente. Essenziale che si formino nuvole chiamate «cumulonembi», quelle, per intenderci, di forma bianca e spumeggiante. L’instabilità dell’aria è dovuta al fatto che l’aria calda è più leggera (e quindi meno densa) e tende a salire. Se l’aria calda, salendo, incontra in quota aria più fredda, è spinta a salire ulteriormente fino alla condensazione del vapore in esso contenuto; a questo punto la nube inizia a crescere e, se le condizioni persistono, produrrà un temporale.

Atmosfera instabile, cumulonembo, temporale, sistema temporalesco imponente: questa è la sequenza che può portare alla formazione della tromba d’aria. Tali tornado vengono internazionalmente identificati in base al loro potere distruttivo secondo la Scala Enhanced Fujita, (si tratta dell’aggiornamento della Scala Fujita introdotta da Tetsuya Theodore Fujita negli anni ‘70) e usata da tutti i meteorologi per classificare l’intensità del fenomeno. Si passa dal livello base EF0 (come l’evento verificatosi a Venezia Tessera il 26 maggio 2015), quando la tromba d’aria non arriva a toccare il suolo o danni sono molto limitati, al livello EF1 associato alla caduta di alcuni cartelli e rami spezzati, fino ad arrivare al valore massimo EF5, con case in muratura crollate e auto sollevate da terra.

Il tornado va classificato quindi come EF4, uno dei più intensi verificatisi in Veneto. Secondo tale scala la velocità del vento, stimabile in base ai danni riscontrati, è compresa tra 270 e 320 km/h, in pratica una media di 300 orari. Il tornado è un fenomeno localizzato per cui tali velocità non sono rilevate da una rete di stazioni a terra. Nel caso in cui una delle stazioni si trovasse proprio sulla traiettoria del tornado verrebbe infatti distrutta.

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Ultimo aggiornamento: 10 Luglio, 09:11

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