È il Vinitaly dei record: «Brindiamo alla pace»

Lunedì 15 Aprile 2024, 08:44 - Ultimo aggiornamento: 13:46


LA PASSERELLA


Le polemiche politiche vengono scansate, non si parla di terzo mandato (anche se nel padiglione del Piemonte il governatore azzurro Alberto Cirio, che a giugno si ripresenterà al voto, non ha dubbi: «Io cercherò di fare bene il mio secondo mandato se i miei cittadini lo riterranno, ma ritengo che dieci anni per un presidente di Regione siano sufficienti»), lo stesso Zaia non accetta di farsi tirare per la giacchetta sulla polemica interna alla Lega sulla polemica tra Bossi e Salvini («Serve un nuovo leader, uno che rimetta al centro la questione settentrionale», ha detto il Senatùr e quando la cronista chiede al governatore se "Bossi ha ragione sì o no?", la risposta è secca: «Sì o no non me lo dice neanche mia mamma»). E passa per folklore il mini-blitz degli antiproibizionisti che alla cerimonia inaugurale, mentre parla Lollobrigida, arrivano in sala con un cartello: "Cannabis legale come il vino".
Poi, dopo il doppio taglio del nastro - prima del Vinitaly, poi dello stand del Veneto - inizia il tour dei ministri: Lollobrigida in Lazio, Urso tra i marchi storici del prosecco, Tajani al Vinitaly Usa, Zagrillo in Piemonte, mentre Sangiuliano esalta la scelta di aver (ri)portato la cultura nel salone scaligero. La presenza dei politici non passa inosservata. E' vicinanza e attenzione al settore. Anche se tra il pubblico la spiegazione è più prosaica: «Siamo già in campagna elettorale».

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