Inaugurato l'anno accademico dell'Università di Padova, la rettrice Mapelli: «Crescita costante». Ruzzon: «Patriarcato, la responsabilità è condivisa»

Venerdì 9 Febbraio 2024, 11:58 - Ultimo aggiornamento: 15:54

L'impegno di tutti

«Questi tanti dati, che cercano di tracciare un bilancio, scontano giocoforza una mancanza, come ricordava a inizio Novecento Henry Ford: i bilanci non raccontano i due elementi più importanti di una realtà, ovvero la sua reputazione e le persone che la compongono - continua Mapelli - Nel caso dell’Università di Padova, persone e reputazione sono strettamente collegate. Sono pienamente consapevole che gli ottimi risultati che otteniamo, che a volte rischiano di cadere in una sterile «narrazione del successo», sono il frutto del lavoro di chiunque faccia parte della nostra comunità, di tutte e tutti noi. Sono altrettanto consapevole di come, negli ultimi anni, le sfide da affrontare siano diventate sempre più complesse, gli ostacoli abbondanti, la mole di lavoro aumentata. In estrema sintesi: conosco e riconosco quanto faticoso e impegnativo sia lavorare per far funzionare al meglio la nostra Università. Per questo vi sono estremamente riconoscente e vi ringrazio, nella speranza che tale lavoro possa essere in molti casi anche gratificante.

Una speranza alla quale cerchiamo di contribuire migliorando, ogni anno, l’offerta relativa al benessere di personale docente, tecnico-amministrativo, studentesse e studenti. Ho usato non a caso il termine «migliorare», perché questo è il nostro obiettivo. Voglio però approfittare di questa importante occasione per ricordare, a tutte e tutti voi, un punto di partenza oggettivo: chi lavora o studia nell’Ateneo patavino lo fa in una realtà attenta al benessere personale e, per quanto sia arduo e possa magari sembrare di primo acchito presuntuoso dare un giudizio sul proprio operato, lo fa avendo a disposizione opportunità non comuni e tutele sviluppate e accresciute nel corso degli anni».

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